samedi, janvier 08, 2011

Tremonti ha detto l'ovvio scatenando il finimondo

Tremonti ha detto l'ovvio scatenando il finimondo - I COMMENTI - Italiaoggi
Tremonti ha detto l'ovvio scatenando il finimondo

di Pierluigi Magnaschi   italiaoggi.it   20110108

Il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, ha detto una ovvietà, da Parigi, affermando che «la crisi economico-finanziaria non è finita». La sua affermazione ha aperto tutti i Tg della sera e poi le prime pagine dei quotidiani. Siccome è da tutti riconosciuto che la crisi è tutt'altro che dietro l'angolo, c'è da chiedersi come mai, di fronte a un'affermazione ovvia, ci sia stata un reazione cosi ampia e preoccupata.

Tremonti, sottolineando il fatto che la crisi non è finita, voleva infatti mandare, al mondo politico-parlamentare e alle parti sociali, il messaggio che (ed è questo è il fatto nuovo) non c'è assolutamente spazio per iniziare la ricreazione, ricominciando a dare l'assalto alle casse dello stato (come si faceva nei tempi dell'indebitamento pubblico facile). Tremonti lo ha detto adesso, perché, alla fine dell'anno scorso, è emerso che il fabbisogno pubblico si è ridotto di un'unghia, ma Tremonti dice chiaro che questa riduzione non può essere spartita (come chiedevano immediatamente, a viva voce, alcuni ambienti che hanno sempre in mano la lista della spesa, pronta a riempire il carrello delle loro clientele). Se si facesse così, fa sapere Tremonti, si manderebbe agli investitori (e, fra questi, soprattutto agli investitori stranieri, che sono i più volatili) il messaggio che i vecchi vizi spendaccioni dell'Italia non sono scomparsi. Il secondo obiettivo di Tremonti è diretto al premier che deve cercare lubrificare, ricorrendo anche alla spesa pubblica, il suo tentativo di rafforzare la sua maggioranza parlamentare, ben oltre i tre voti che gli hanno consentito di superare la mozioni di sfiducia dei futuristi. Il probabile ingresso dell'Udc di Casini nell'area di maggioranza comporterà più spese. Ad esempio quel quoziente familiare (cioè l'abbattimento fiscale a vantaggio delle famiglie più numerose) che Casini chiede da tempo e che da quasi tutti i partiti viene anche reputato opportuno. Anche Tremonti è favorevole, a condizione di trovare (tagliando altrove la spesa pubblica) le risorse per renderlo possibile. Tutto qui.


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