Il Riformista

Ci starebbe uno sciopero pro Minzolini
di Piero Sansonetti ilgiornale.it 20110102
Mi aspettavo una protesta vigorosa del sindacato dei giornalisti, dopo la sentenza-Ferrario. In che senso? A me pare che l’intervento della magistratura nel giornalismo stia diventando davvero eccessivo e pericolosissimo. Non sarebbe male uno sciopero per imporre un alt.
Qualche mese fa una decisione di tribunale ha disposto la rimozione di Antonio Di Bella dalla direzione di Rai3 e la nomina di un nuovo direttore (con relativa delegittimazione del consiglio di amministrazione della Rai).
Ora una nuova sentenza priva della sua autorità la direzione del Tg1 e stabilisce chi e quando dovrà condurre il telegiornale, imponendo il nome di Tiziana Ferrario. Vi dirò la verità: ritengo Tiziana Ferrario un’ottima giornalista, e secondo me in questi anni ha condotto molto bene, con professionalità e personalità, il telegiornale. Se fossi io il direttore del Tg1 non avrei dubbi: lascerei a lei la conduzione. E se potessi dare un suggerimento a Minzolini, gli suggerirei di reintegrarla, perché penso che il Tg1 abbia perso qualcosa con la sostituzione di Ferrario. Ma queste sono semplicemente mie idee. Dopodiché è giusto che la direzione di un telegiornale, o di un giornale, o di una radio, abbia il diritto di decidere gli assetti della redazione, la linea del giornale, il taglio, l’immagine, e di conseguenza i nomi dei commentatori, degli editorialisti, degli specialisti e dei conduttori. Se un direttore non ha questo potere non è più un direttore. Diventa un esecutore di ordini che vengono da poteri esterni.
In questo caso - non è una mia forzatura ma è l’esatta fotografia di quello che è successo - l’ordine esterno - al direttore Minzolini - è venuto dalla Magistratura. È sopportabile una ingerenza così pesante di uno dei tre poteri dello Stato - del tutto estraneo al campo dell’informazione - sul merito del lavoro di un giornalista o di più giornalisti? È chiaro che non è sopportabile e che è al di fuori di ogni criterio democratico e dei fondamenti dello Stato di diritto. Ed è chiaro che è una violazione gravissima - la più grave degli ultimi anni - della libertà di stampa.
La magistratura spesso - a mio giudizio - ha interpretato in modo eccessivamente estensivo i suoi compiti (teorema Calogero, alcune inchieste antimafia, un certo modo di usare i pentiti come clave...) ma non si era mai spinta in modo così netto a chiaro a prevaricare e sostituire altri poteri e a insidiare l’autonomia di una professione importante come quella giornalistica.
Tiziana Ferrario si lamenta, perché dice di essere stata discriminata per ragioni politiche e di essere perseguitata dal direttore. Può anche darsi che sia vero. Ho passato nei giornali una vita, e ho avuto alti e bassi nella mia carriera, ho visto decine di colleghi ottenere promozioni per me ingiuste, o sostituzioni non meritate. Io stesso molte volte sono stato rimosso, e molte volte ho rimosso. Ho spesso avuto l’impressione di essere perseguitato, certamente sono stato demansionato, qualche volta, forse (visto che ho fatto anche il direttore) sono stato io a perseguitare e a demansionare. Tutto ciò fa parte della dialettica e della lotta che avviene all’interno dei giornali e nei meccanismi dell’informazione. Esistono gli organismi per regolamentare e disciplinare questa lotta ed evitarne gli eccessi, e limitare i poteri delle direzioni: si chiama sindacato, o comitato di redazione. In alcuni giornali funziona bene, in alteri meno, in altri ancora è un puro luogo di potere: comunque esiste e ha il suo ruolo e ha il diritto di intervenire. Ma non ha il diritto di cancellare i poteri del direttore. Tantomeno questo potere può averlo un ministro, o un deputato, o un giudice. Se ciò avviene la democrazia non c’è più.
P.S. Sapete poi cos’è che mi stupisce davvero molto? Che negli stessi giornali leggo che è ragionevole imporre agli operai di ridurre da 10 a tre i minuti tempo a disposizione per pisciare, ed è giusto cancellare il tempo per la mensa, e negare loro il diritto di avere la malattia pagata, e poi - per soprammercato - impedire l’accesso in fabbrica del sindacato da loro scelto se questo sindacato è la Fiom; leggo che tutto questo è ragionevole, e sacrosanto, e moderno, perché quelli non sono diritti ma privilegi della casta operaia; e poi, qualche colonna più in là, leggo che è stato violato il sacro diritto di un giornalista di fare a vita la conduzione del Tg. È possibile svolgere ragionamenti di questo tipo in buonafede? Forse è possibile, ma se è buona la fede non deve essere un granché l’intelligenza...

Aucun commentaire:
Enregistrer un commentaire