dimanche, janvier 02, 2011

Ci starebbe uno sciopero pro Minzolini

Il Riformista
Ci starebbe uno sciopero pro Minzolini

di Piero Sansonetti  ilgiornale.it   20110102


Mi aspettavo una protesta vigorosa del sindacato dei giornalisti, dopo la sentenza-Ferrario. In che senso? A me pare che l’intervento della magistratura nel giornalismo stia diventando davvero eccessivo e pericolosissimo. Non sarebbe male uno sciopero per imporre un alt.
Qualche mese fa una decisione di tribunale ha disposto la rimozione di Antonio Di Bella dalla direzione di Rai3 e la nomina di un nuovo direttore (con relativa delegittimazione del consiglio di amministrazione della Rai).
Ora una nuova sentenza priva della sua autorità la direzione del Tg1 e stabilisce chi e quando dovrà condurre il telegiornale, imponendo il nome di Tiziana Ferrario. Vi dirò la verità: ritengo Tiziana Ferrario un’ottima giornalista, e secondo me in questi anni ha condotto molto bene, con professionalità e personalità, il telegiornale. Se fossi io il direttore del Tg1 non avrei dubbi: lascerei a lei la conduzione. E se potessi dare un suggerimento a Minzolini, gli suggerirei di reintegrarla, perché penso che il Tg1 abbia perso qualcosa con la sostituzione di Ferrario. Ma queste sono semplicemente mie idee. Dopodiché è giusto che la direzione di un telegiornale, o di un giornale, o di una radio, abbia il diritto di decidere gli assetti della redazione, la linea del giornale, il taglio, l’immagine, e di conseguenza i nomi dei commentatori, degli editorialisti, degli specialisti e dei conduttori. Se un direttore non ha questo potere non è più un direttore. Diventa un esecutore di ordini che vengono da poteri esterni.
In questo caso - non è una mia forzatura ma è l’esatta fotografia di quello che è successo - l’ordine esterno - al direttore Minzolini - è venuto dalla Magistratura. È sopportabile una ingerenza così pesante di uno dei tre poteri dello Stato - del tutto estraneo al campo dell’informazione - sul merito del lavoro di un giornalista o di più giornalisti? È chiaro che non è sopportabile e che è al di fuori di ogni criterio democratico e dei fondamenti dello Stato di diritto. Ed è chiaro che è una violazione gravissima - la più grave degli ultimi anni - della libertà di stampa.
La magistratura spesso - a mio giudizio - ha interpretato in modo eccessivamente estensivo i suoi compiti (teorema Calogero, alcune inchieste antimafia, un certo modo di usare i pentiti come clave...) ma non si era mai spinta in modo così netto a chiaro a prevaricare e sostituire altri poteri e a insidiare l’autonomia di una professione importante come quella giornalistica.
Tiziana Ferrario si lamenta, perché dice di essere stata discriminata per ragioni politiche e di essere perseguitata dal direttore. Può anche darsi che sia vero. Ho passato nei giornali una vita, e ho avuto alti e bassi nella mia carriera, ho visto decine di colleghi ottenere promozioni per me ingiuste, o sostituzioni non meritate. Io stesso molte volte sono stato rimosso, e molte volte ho rimosso. Ho spesso avuto l’impressione di essere perseguitato, certamente sono stato demansionato, qualche volta, forse (visto che ho fatto anche il direttore) sono stato io a perseguitare e a demansionare. Tutto ciò fa parte della dialettica e della lotta che avviene all’interno dei giornali e nei meccanismi dell’informazione. Esistono gli organismi per regolamentare e disciplinare questa lotta ed evitarne gli eccessi, e limitare i poteri delle direzioni: si chiama sindacato, o comitato di redazione. In alcuni giornali funziona bene, in alteri meno, in altri ancora è un puro luogo di potere: comunque esiste e ha il suo ruolo e ha il diritto di intervenire. Ma non ha il diritto di cancellare i poteri del direttore. Tantomeno questo potere può averlo un ministro, o un deputato, o un giudice. Se ciò avviene la democrazia non c’è più.
P.S. Sapete poi cos’è che mi stupisce davvero molto? Che negli stessi giornali leggo che è ragionevole imporre agli operai di ridurre da 10 a tre i minuti tempo a disposizione per pisciare, ed è giusto cancellare il tempo per la mensa, e negare loro il diritto di avere la malattia pagata, e poi - per soprammercato - impedire l’accesso in fabbrica del sindacato da loro scelto se questo sindacato è la Fiom; leggo che tutto questo è ragionevole, e sacrosanto, e moderno, perché quelli non sono diritti ma privilegi della casta operaia; e poi, qualche colonna più in là, leggo che è stato violato il sacro diritto di un giornalista di fare a vita la conduzione del Tg. È possibile svolgere ragionamenti di questo tipo in buonafede? Forse è possibile, ma se è buona la fede non deve essere un granché l’intelligenza...


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