samedi, janvier 15, 2011

Sono i regressisti che hanno impallinato l'Italia intera

Sono i regressisti che hanno impallinato l'Italia intera - I COMMENTI - Italiaoggi
Sono i regressisti che hanno impallinato l'Italia intera

di Pierluigi Magnaschi   italiaoggi.it   20110115

Se non si reagisce ai violentatori del linguaggio, si finisce per non capire niente. Bisogna quindi restituire alle parole il loro significato. Progressisti sono coloro che, di fronte a fenomeni nuovi, decidono di cambiare i loro schemi. Sono regressisti (o conservatori ) coloro che si comportano sempre allo stesso modo anche se il mondo che è attorno ad essi cambia vertiginosamente. Progressisti e regressisti (come vedremo in alcuni casi) si distribuiscono in tutto l'arco politico. Resta però il fatto che lo schieramento che si autodefinisce progressista, quasi sempre non merita questa connotazione perché, sempre o quasi sempre, si comporta all'opposto del vero significato di questa parola. Questa ricognizione non è semplicemente lessicale ma concreta perché i regressisti, con le loro scelte, distruggono il Paese e quindi, nell'interesse del Paese, debbono essere snidati ed evidenziati nel loro ruolo, fuori dalla bambagia dei nomi che li sottraggono dalla pubblica riprovazione. Ad esempio, furono i repubblicani di La Malfa, negli anni 70, ad opporsi all'introduzione della tv a colori per non incentivare il consumismo. Il risultato fu che, quando la tv a colori arrivò, l'industria italiana del settore (che era promettente) si fece distruggere dalla concorrenza straniera. Lasciando perdere, come esempio di regressivismo, la vicenda della Fiom che per difendere dei diritti (che non vengono concussi, dice il giuslavorista Ichino, del Pd) preferirebbe rinunciare alla fabbrica dove questi diritti sono esercitabili, si può analizzare la vicenda della grande distribuzione. Ieri è uscita la nuova classifica delle dieci grande catene distributive nel mondo. Nelle prime cinque posizioni ci sono, nell'ordine, una società americana (Walmart), francese (Carrefour), tedesca (Metro), inglese (Tesco) e tedesca (Schwarz). E nessuna italiana. Che non si trova nemmeno nelle prime 30 posizioni perché in Italia, quando nasceva la grande distribuzione, i regressisti (negozianti e partiti di sinistra; destra e sinistra uniti, quindi) bloccarono le licenze e quindi intisichirono questa imprenditorialità. Se adesso gli italiani acquistano, in Italia, da Carrefour, Auchan, Le Roy Merlin (che espongono con grande evidenza sui loro scaffali molti prodotti francesi) e, nel contempo, non c'è nemmeno un supermercato italiano in Francia, il grazie lo si può dire ai nostri regressisti che poi sono gli stessi che si lagnano che il paese non cresce, che la disoccupazione aumenta, che i giovani sono senza lavoro. Con i loro comportamenti e i loro divieti c'è da stupirsi che l'Italia, sia pure stremata, resti ancora in piedi.


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