Dall'infermiere picchiatore al vigile rapinatore: i casi più assurdi di reintegro - IlGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/news/politica/dallinfermiere-picchiatore-vigile-rapinatore-i-casi-pi-1064046.html
vendredi, octobre 31, 2014
Londra rimborsa i debiti della Grande Guerra (e delle campagne napoleoniche) - Il Sole 24 ORE
Cesare Damiano: "Noto contraddizione tra le sentenze di De Magistris e Berlusconi" - Libero Quotidiano
jeudi, octobre 30, 2014
mercredi, octobre 29, 2014
mardi, octobre 28, 2014
Cia, la guerra sporca e quei mille nazisti arruolati contro i sovietici - Corriere.it
lundi, octobre 27, 2014
Il paradosso delle banche tedesche: hanno più derivati che crediti ma vengono promosse - Il Sole 24 ORE
Il paradosso delle banche tedesche: hanno più derivati che crediti ma vengono promosse - Il Sole 24
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-10-26/il-paradosso-banche-tedesche-hanno-piu-derivati-che-crediti-ma-vengono-promosse-155132.shtml?uuid=ABtnEz6BORE
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-10-26/il-paradosso-banche-tedesche-hanno-piu-derivati-che-crediti-ma-vengono-promosse-155132.shtml?uuid=ABtnEz6BORE
dimanche, octobre 26, 2014
Perrone: «Basta serie tivù di mafia» - FATTI
Perrone: «Basta serie tivù di mafia» - FATTI
http://www.lettera43.it/fatti/perrone-basta-serie-tivu-di-mafia_43675145055.htm
http://www.lettera43.it/fatti/perrone-basta-serie-tivu-di-mafia_43675145055.htm
Bankitalia: "Banche italiane penalizzate in stress test Bce. E non hanno avuto aiuti" - Il Fatto Quotidiano
Bankitalia: "Banche italiane penalizzate in stress test Bce. E non hanno avuto aiuti" - Il Fatto Quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/26/bankitalia-banche-italiane-penalizzate-in-stress-test-bce-non-avuto-aiuti/1172309/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/26/bankitalia-banche-italiane-penalizzate-in-stress-test-bce-non-avuto-aiuti/1172309/
Slavoj Žižek, un marxista contro i sindacati: “Difendono lavoratori privilegiati e inefficienti”
vendredi, octobre 24, 2014
Buttateci fuori che poi ridiamo noi - IlGiornale.it
Buttateci fuori che poi ridiamo noi - IlGiornale.it
http://www.ilgiornale.it/news/politica/1062162.html
http://www.ilgiornale.it/news/politica/1062162.html
jeudi, octobre 23, 2014
mardi, octobre 21, 2014
lundi, octobre 20, 2014
Fuga di capitali, quanto costa alle economie in crisi - Il Fatto Quotidiano
Fuga di capitali, quanto costa alle economie in crisi - Il Fatto Quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/19/fuga-di-capitali-quanto-costa-alle-economie-in-crisi/1160586/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/19/fuga-di-capitali-quanto-costa-alle-economie-in-crisi/1160586/
samedi, octobre 18, 2014
vendredi, octobre 17, 2014
Con Wow anche l’acqua radioattiva torna pura: una scoperta italiana - Corriere.it
jeudi, octobre 16, 2014
lundi, octobre 13, 2014
dimanche, octobre 12, 2014
Finmeccanica, il libero arbitrio della magistratura: un crollo di immagine per il paese - Il Fatto Quotidiano
jeudi, octobre 09, 2014
Cassazione (troppo) trasparente. Online le sentenze con tutti i nomi
Cassazione
(troppo) trasparente
Online le sentenze con tutti i nomi
Online le sentenze con tutti i nomi
Pubblicati sul
web i verdetti civili degli ultimi 5 anni con i dettagli di ogni storia. Il
Garante della privacy: «Scelta apprezzabile, ma togliete i dati personali»
La signora Concetta ha litigato con la signora Assunta, che aveva
piazzato una veranda sul terrazzo condominiale. In tribunale, però, le hanno
dato torto. La signora Annalisa, invece, ha denunciato il signor Gianni perché
il suo cane l’aveva morsa. Di mezzo c’è finita anche l’assicurazione ma alla
fine ha vinto il cane (insieme all’assicurazione). Già che ci siamo potremmo
dare un’occhiatina al nostro vicino di casa, vedere se alla fine ha divorziato
oppure no. E vedere come è finita la storia dell’eredità di quel nostro
collega, proprio quello che il mese scorso ha avuto un aumento. Ma alla fine
l’ha presa, e quanti soldi erano?
La tentazione (eterna) di spiare la vita degli altri ha da qualche settimana un formidabile strumento in più. La Corte di cassazione ha pubblicato sul proprio sito internet tutte le sentenze civili degli ultimi cinque anni: 159.398 documenti in comodo formato pdf, con nomi, cognomi, date, luoghi, tutti i dettagli delle storie di varia umanità che si animano dietro ogni carta bollata. Una sterminata banca dati, informa il sito della Cassazione alla voce «Novità», dove «è possibile cercare liberamente, in modo intuitivo, le sentenze civili». E usare come parola chiave non soltanto concetti giuridici più o meno astratti, dal divorzio all’anatocismo, ma anche qualcosa di molto più concreto, i nomi delle persone. Una specie di Facebook dove al posto dei film preferiti e della squadra del cuore ci sono le pendenze giudiziarie e qualche piccolo segreto.
L’intento è nobile: «Rafforzare i valori della stabilità e della certezza del diritto non solo tra gli operatori del settore ma fra tutti i cittadini», come da annuncio di qualche mese fa del primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce. In sostanza un servizio che prima era a pagamento, il portale Italgiureweb pensato per avvocati ed esperti del ramo, diventa gratis e per tutti. Il trionfo della trasparenza.
Ma dal carattere pubblico delle sentenze, previsto dalla legge, alla pubblicazione online con ricerca per nome inclusa ce ne passa. E se da una parte si rafforza la certezza del diritto, dall’altra si spiana la strada verso il buco della serratura.
Per questo, lunedì scorso, il Garante per la privacy Antonello Soro ha scritto al presidente della Corte di cassazione. Una lettera per dire che l’iniziativa, pur «apprezzata nelle finalità», «non può non suscitare più di una preoccupazione in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati». Il Garante chiede di eliminare nomi, cognomi e ogni riferimento che riconduca all’identità delle persone coinvolte: «Potrebbe essere utile riflettere sull’opportunità di espungere dai provvedimenti i dati identificativi, cosa che, pur nulla togliendo alla comprensione del contenuto giuridico della pronuncia, consentirebbe di minimizzare l’impatto, in termini di riservatezza, della più ampia accessibilità del testo in rete». Al momento, nella banca dati messa online dalla Cassazione, sono cancellati solo pochissimi nomi: quelli dei minori, quelli delle vittime di reati sessuali, più quelli che hanno espressamente chiesto di non essere citati. Gli altri ci sono e l’Autorità per la privacy suggerisce di cancellarli tutti, al limite di indicare solo le iniziali.
Diplomaticamente, il Garante si «dichiara sin da ora disponibile a ogni utile confronto». Tradotto, vuol dire che sarebbe meglio muoversi in fretta. Una volta messo in rete, ogni documento diventa di fatto incontrollabile. Può finire nei motori di ricerca, e spuntare fuori ogni volta che si cercano informazioni su una persona. E può addirittura essere copiato, trasferito su un altro file o su un altro sito magari modificando qualche parola, nomi compresi. Non solo spiare la vita degli altri. Ma, volendo, anche cambiarla.
La tentazione (eterna) di spiare la vita degli altri ha da qualche settimana un formidabile strumento in più. La Corte di cassazione ha pubblicato sul proprio sito internet tutte le sentenze civili degli ultimi cinque anni: 159.398 documenti in comodo formato pdf, con nomi, cognomi, date, luoghi, tutti i dettagli delle storie di varia umanità che si animano dietro ogni carta bollata. Una sterminata banca dati, informa il sito della Cassazione alla voce «Novità», dove «è possibile cercare liberamente, in modo intuitivo, le sentenze civili». E usare come parola chiave non soltanto concetti giuridici più o meno astratti, dal divorzio all’anatocismo, ma anche qualcosa di molto più concreto, i nomi delle persone. Una specie di Facebook dove al posto dei film preferiti e della squadra del cuore ci sono le pendenze giudiziarie e qualche piccolo segreto.
L’intento è nobile: «Rafforzare i valori della stabilità e della certezza del diritto non solo tra gli operatori del settore ma fra tutti i cittadini», come da annuncio di qualche mese fa del primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce. In sostanza un servizio che prima era a pagamento, il portale Italgiureweb pensato per avvocati ed esperti del ramo, diventa gratis e per tutti. Il trionfo della trasparenza.
Ma dal carattere pubblico delle sentenze, previsto dalla legge, alla pubblicazione online con ricerca per nome inclusa ce ne passa. E se da una parte si rafforza la certezza del diritto, dall’altra si spiana la strada verso il buco della serratura.
Per questo, lunedì scorso, il Garante per la privacy Antonello Soro ha scritto al presidente della Corte di cassazione. Una lettera per dire che l’iniziativa, pur «apprezzata nelle finalità», «non può non suscitare più di una preoccupazione in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati». Il Garante chiede di eliminare nomi, cognomi e ogni riferimento che riconduca all’identità delle persone coinvolte: «Potrebbe essere utile riflettere sull’opportunità di espungere dai provvedimenti i dati identificativi, cosa che, pur nulla togliendo alla comprensione del contenuto giuridico della pronuncia, consentirebbe di minimizzare l’impatto, in termini di riservatezza, della più ampia accessibilità del testo in rete». Al momento, nella banca dati messa online dalla Cassazione, sono cancellati solo pochissimi nomi: quelli dei minori, quelli delle vittime di reati sessuali, più quelli che hanno espressamente chiesto di non essere citati. Gli altri ci sono e l’Autorità per la privacy suggerisce di cancellarli tutti, al limite di indicare solo le iniziali.
Diplomaticamente, il Garante si «dichiara sin da ora disponibile a ogni utile confronto». Tradotto, vuol dire che sarebbe meglio muoversi in fretta. Una volta messo in rete, ogni documento diventa di fatto incontrollabile. Può finire nei motori di ricerca, e spuntare fuori ogni volta che si cercano informazioni su una persona. E può addirittura essere copiato, trasferito su un altro file o su un altro sito magari modificando qualche parola, nomi compresi. Non solo spiare la vita degli altri. Ma, volendo, anche cambiarla.
9 ottobre 2014 | 07:12
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mercredi, octobre 08, 2014
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