dimanche, janvier 16, 2011

Italia bloccata dai poteri anomali di sindacati e Csm

Italia bloccata dai poteri anomali di sindacati e Csm - I COMMENTI - Italiaoggi
Italia bloccata dai poteri anomali di sindacati e Csm

di Sergio Soave   italiaoggi.it  20110115

La riapertura della stagione politica è caratterizzata da due avvenimenti che non appartengono alla dialettica tra i partiti in senso stretto: la decisione della Corte costituzionale sul legittimo impedimento e il referendum tra i lavoratori della Fiat. Il primo dato, la sentenza della Consulta, pur confermando l'atteggiamento molto critico della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi, avvia alla prescrizione, dopo le inevitabili battaglie procedurali, i processi in cui è imputato. La questione Fiat, che sul piano politico ha colpito soprattutto i rapporti tra sinistra antagonista e sinistra riformista, detta i tempi e forse i modi di un necessario rinnovamento del sistema delle relazioni industriali che si sono appalesate, specie quando vengono utilizzate in modo ostruzionistico secondo il modello Fiom del «potere sindacale», come un ostacolo sostanziale agli investimenti. Si tratta di questioni distinte e persino lontane tra loro, ma che sottolineano il blocco che viene determinato dal ritardo con cui vengono affrontati i nodi delle riforme quando potenti corporazioni vogliono bloccarle. Il «potere giudiziario» come il «potere sindacale» non sono poteri costituzionali, visto che fanno riferimento a un ordine e a una libera associazione di lavoratori, ai quali deve essere garantita l'autonomia ma che non avrebbero dovuto diventare poteri in grado di bloccare il processo legislativo. Il Csm che si sente una terza camera e il sindacato antagonista che rivendica un diritto di veto, anche quando si trova in condizioni minoritarie tra i lavoratori, seppure in ambiti diversissimi, tendono a piegare verso forme corporative la dialettica democratica e il confronto libero tra le parti sociali. Questi poteri anomali, entrati nella Costituzione materiale, il primo con Tangentopoli, il secondo con l'autunno caldo, sono entrati in contraddizione con altri aspetti nuovi della Costituzione materiale, quelli che attraverso le leggi elettorali, prima locali e poi nazionali, hanno introdotto l'idea di un mandato popolare diretto alla governabilità. È il contrasto tra queste due tendenze, nessuna delle quali ha ottenuto una sanzione formale con riforme condivise della Costituzione (se si eccettua l'abolizione dell'immunità parlamentare), che è alla base del confronto politico da quasi vent'anni. Gli uni chiamano gli altri giustizialisti e vengono a loro volta definiti populisti, i sindacati ragionevoli vengono denunciati come servili, e quelli antagonisti sospettati di tolleranza nei confronti della violenza politica. Le distanze nella polemica verbale si allargano, ma nella sensazione profonda e nei comportamenti concreti prevale la volontà di coesione.


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