mardi, janvier 25, 2011

Povere opposizioni, si consolano contro Bondi

Povere opposizioni, si consolano contro Bondi | The Frontpage
Povere opposizioni, si consolano contro Bondi

di redazione  thefrontpage.it   20110124

La mozione di sfiducia nei confronti di Bondi che si discuterà fra mercoledì e giovedì prossimi è semplicemente vergognosa e mette in rilievo, una volta di più, la pochezza delle opposizioni a Silvio Berlusconi. Non sono riuscite a far fuori il Cavaliere il 14 dicembre e ora cercano di prendersi piccole, misere vendette, accanendosi contro il ministro con una ferocia degna di miglior causa.

In realtà, però, ci sono ragioni profonde dietro questo accanimento. Il povero Bondi dà fastidio. E’ un ex comunista e non lo nasconde. Il suo profilo naif imbarazza pensose primedonne di set e palcoscenici. Irrita la sua rocciosa fedeltà a Berlusconi. E, soprattutto, Bondi regge un ministero nel quale è ancora imperante la subcultura elitaria e qualunquista della vecchia sinistra. Quella che si sciacqua quotidianamente la bocca per la “morte della cultura” e prende soldi per film che nelle sale fanno incassi zero. O che, in nome della sacra tutela dei nostri Beni Culturali, si arrocca in quei luoghi di morte che sono le Sovrintendenze, monumenti all’inefficienza e alla burocrazia.

Bondi ha tentato di smuovere le acque paludose del Ministero. Ha proposto l’ingresso dei privati nella gestione di Pompei e degli sterminati giacimenti di beni culturali italiani: l’unica, ovvia strategia possibile per evitare che vadano in malora. Con mossa non banale e provocatoria, ha preso un manager della Mc Donald’s e lo ha messo a capo del patrimonio culturale. A più riprese, ha mostrato fastidio e distanza per la malmostosa enclave dei cineasti italiani. Ha abolito qualche carrozzone, come l’Eti.

Il problema è che queste mosse sono state timide e poco concludenti. Nella gran parte dei casi, le sue sono rimaste dichiarazioni di intenti. Non ha dato respiro strategico alla sua mission. Non ha dato concretezza ai suoi enunciati. E si è mostrato piuttosto incline al classico spoil system berlusconiano: togli un vecchio burocrate (a volte finanche capace), lo sostituisci con la sua seconda fila, meno capace in quanto – appunto – seconda fila.

Queste sono le sue colpe vere, ma in fondo sono quelle del governo di cui fa parte, che è ancora in vita solo grazie alla sesquipedale incapacità delle opposizioni, e non perché stia facendo qualcosa di significativo. Sono responsabilità che non giustificano una mozione di sfiducia ad personam. Che, peraltro, le opposizioni non motivano con l’assenza di coerenza innovativa, ma con il suo opposto. Come sostiene senza vergogna il cosiddetto Terzo polo, Bondi avrebbe potuto evitare la gogna della mozione rimpolpando i fondi dell’inutile Fus, assumendo un po’ di gente in più al Ministero, eliminando i limiti di spesa per le mostre. Cioè continuando nella distribuzione delle mance che tengono in vita il circo assistito della cultura italiana.

Le opposizioni sperano di ottenere la testa di Bondi da una maggioranza preoccupata per altre, note ragioni. Anche per questo, la mozione di sfiducia si configura come una mossa vile. Da quaquaraquà, avrebbe detto un intellettuale vero.


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