samedi, décembre 11, 2010

Reato e vincolo di mandato. Accusare di corruzione il libero voto parlamentare, questo è grave

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Reato e vincolo di mandato
Accusare di corruzione il libero voto parlamentare, questo è grave

DI REDAZIONE ILFOGLIO.IT    20101211

La procura di Roma ha aperto un fascicolo “contro ignoti” sulla base di notizie di stampa e di un esposto verbale di Antonio Di Pietro sulla presunta “compravendita” di deputati in vista del voto di fiducia del 14 dicembre. Il leader dell’Idv si è rivolto alla magistratura per denunciare per corruzione i parlamentari, a cominciare da quelli del suo gruppo, che hanno espresso l’intenzione di votare la fiducia al governo. Si tratta di deputati che Di Pietro ha scelto personalmente, e del resto è proprio lui l’ultimo a potersi rifare al carattere imperativo del mandato, visto che non ha lasciato passare un giorno senza chiedere a parlamentari della maggioranza di passare all’opposizione.

E d’altra parte la crisi attuale nasce appunto dalla dissidenza di un gruppo di parlamentari il cui cambiamento di campo può essere censurato politicamente, ma non è certo un reato in un regime parlamentare in cui, come noto, non esiste vincolo di mandato. La decisione della procura di aprire un fascicolo, senza per altro specificare per il momento la fattispecie del reato, appare inoltre dettata più dalla volontà di ingerenza nelle libere determinazioni politiche che dall’evidenza di un qualsiasi reato, difficilmente formalizzabile. Se la scelta di un rappresentante della nazione (come vengono definiti i parlamentari dalla Costituzione) di sostenere o sfiduciare un governo dovesse essere sottoposta a verifica giudiziaria verrebbe capovolto l’intero sistema istituzionale, che affida la sovranità al popolo che la esercita attraverso i suoi eletti. Più che fare dubbie battute sul “calciomercato”, la politica dovrebbe sentirsi preoccupata di fronte a una simile deriva.


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