jeudi, décembre 02, 2010

Gli Usa ammazzano chi li minaccia

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Gli Usa ammazzano chi li minaccia
Se non lo hanno ancora fatto è perché Wikileaks gli serve
di Piero Laporta     prlprt@gmail.com    italiaoggi.it   20101202

La signora Hillary Clinton mente su Wikileaks, le cui redini invisibili sono nel Dipartimento di stato americano. Julian Assange un pericolo per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti? Sarebbe stato ucciso. I servizi americani non scherzano. Se da anni Julian Assange imperversa negli archivi statunitensi, in un sottoscala di Washington DC qualcuno ha ritenuto, anche all'insaputa dello stesso Assange, che egli è una risorsa.

I documenti diffusi da Assange non arrivano nella disponibilità di chicchessia, in quantità industriali, se la fonte primaria, cioè il Dipartimento di stato, non è compartecipe.

L'incidente è comprensibile per uno, due, mezza dozzina di documenti, non per migliaia. Hanno costituito una direzione strategica in Europa, per distruggere Silvio Berlusconi. Sotto questa struttura vi sono almeno tre sezioni, compartimentate e inconsapevoli l'una dell'altra.

Una, opera sulle «fonti» di Assange. Un'altra cura i «ventilatori», cioè la stampa che riceve le primizie di Wikileaks, come Guardian (quello della strategia della tensione e dei depistaggi su Piazza Fontana) e New York Times, per aspergere l'information system globale.

La terza sezione prepara il «rumore di fondo». L'omicidio d'una grande personalità come pure l'«assassination character» (cioè la distruzione della reputazione, della sua credibilità, della sua identità sociale) esigono che si riversi sulla vittima la responsabilità della sua disgrazia, altrimenti diventa un martire.

Appuratene le vulnerabilità, le si documenta con ogni sorta di diavoleria, dalle più elementari come un fotografo squattrinato e ricattabile, ai satelliti più sofisticati, ai sistemi di ascolto più penetranti; incessantemente. L'azione preparatoria consiste nel rendere plausibile quanto avverrà nella fase principale. Silvio Berlusconi, cos'altro è se non sciupafemmine, satiro a caccia di ragazzine?

Mesi di bombardamento mediatico e poi spunta fuori, dalla nebbia disinformativa delle migliaia di documenti di Wilileaks, la paginetta della signora Elizabeth Dibble del dipartimento di stato, cocca di Hillary Clinton.

Come lavora la Dibble? Fu incaricata di preparare la raccolta di documenti a supporto del presidente Barak Hussein Obama in visita a L'Aquila, durante il G8, a luglio del 2009. La Dibble prese la biografia del presidente del consiglio italiano da Wikipedia, che poco prima era stata insaporita da una manina ignota. Hillary Clinton approvò la scelta della Dibble.

L'opposizione italiana, scesa dal panfilo Britannia, non comprende che Washington e Londra giocano il secondo tempo della partita che iniziò Enrico Mattei, un altro sciupa femmine secondo le più vereconde cronache di quei tempi. Giocano tardi e male. La brutta fine toccherà alla palla, mister Assange, e non per colpa del cattivo Berlusconi.


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