vendredi, décembre 31, 2010

Ma chi lo dice che le sentenze si devono solo amare e non discutere?

Ma chi lo dice che le sentenze si devono solo amare e non discutere?

di Ishmael italiaoggi.it 20101231

Se il buon anno si vede dalle ultime sentenze giudiziarie, per esempio dalla condanna del comandante dei Ros per narcotraffico (niente meno) e dalla sentenza che reintegra la mezzabusta Tiziana Ferrario alla conduzione del Tg1 delle venti, s’annunciano dodici mesi di disgrazie. Qualche sera fa c’è stata un’anteprima.

Interrogato da un gazzettiere di passo, il presidente della Rai Paolo Garimberti, giornalista anche lui, ha commentato la decisione del tribunale de Roma che reintegra la conduttora sulla sedia girevole del Tg1 con una considerazione degna del giornalismo liberal italiano: «Le sentenze si rispettano, non si commentano».

Perciò guardatevi dal commentare il reintegro della Ferrario. E non sognatevi neppure di ridere, o anche solo d’accennare un mezzo sorriso, sentendo che un onesto e stimato generale dei carabinieri, Giampaolo Ganzer, considerato da tutti un signor investigatore, è stato condannato dal tribunale di Milano per avere intrallazzato con le peggiori mafie. Vedrete che a Capodanno salterà su un altro Garimberti a imporci di non commentare neppure la decisione del presidente brasileiro Luiz Inácio Lula da Silva di non concedere l’estradizione di quel pluriassassino (con la faccia, oltre tutto, da pluriassassino) di Cesare Battisti.

Questa è una società aperta e siamo liberi di discutere qualsiasi cosa: le decisioni degli arbitri di calcio, le previsioni del tempo, le critiche cinematografiche e quelle letterarie. Possiamo fischiare, rischiando una denuncia per molestie, dietro alle ragazze e lanciare monetine ai politici, che se lo meritino o no. Possiamo persino mettere in discussione l’esistenza di Dio senza finire sul rogo come ai tempi in cui era meglio non commentare le sentenze della Santa Inquisizione.

Ma guai a discutere le sentenze dei nostri tribunali. Procure e tribunali, come il Capoccione ai suoi tempi, hanno sempre ragione, anche quando condannano generali innocenti e reintegrano mezzebuste legittimamente giubilate dai loro direttori di testata. Ma almeno il Dux aveva sempre ragione a manganellate, di prepotenza. Adesso invece i vari Galimberti addetti all’anatema contro mormoratori e nemici dello stato ci fanno credere che i tribunali hanno sempre ragione perché così vuole (insinuano) la Costituzione repubblicana. Sia chiaro che non è vero. Tutto si può discutere. C’è assoluta libertà di commento. Futurista chi lo nega.

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