lundi, octobre 25, 2010

Why Not, anche il Pd vuol far luce

Why Not, anche il Pd vuol far luce - PRIMO PIANO - Italiaoggi
Laratta (Pd): bisogna capire come è stato possibile un tale disastro. E l'ex pm: il gup non parlava di me

Why Not, anche il Pd vuol far luce

Una commissione d'indagine sull'inchiesta di De Magistris

di Sergio Luciano   italiaoggi.it   20101023

Un deputato del Parlamento italiano prende l'iniziativa di chiedere una commissione d'inchiesta sul caso Why-Not, l'inchiesta-monstre dell'ex pm Luigi De Magistris, oggi europarlamentare dell'Italia dei Valori, finita praticamente in nulla, con 8 condannati, a pene lievi e per reati minori, sui 150 indagati e con un costo di sole consulenze esterne superiore ai 9 milioni di euro: ma la notizia è che il deputato promotore della commissione, al quale è già arrivato un consenso vasto e soprattutto bipartisan, milita nelle file del Partito Democratico.

Si tratta di Francesco Laratta, calabrese del Pd, giornalista: «Sì, io credo che sia indispensabile non lasciar finire il caso in una bolla di sapone priva di conseguenze pratiche e politiche», spiega.

E aggiunge: «È stato un caso eclatante di macelleria mediatico-giudiziaria, i cui principali protagonisti hanno acquisito grande notorietà pubblica, utile poi nel caso del pm a candidarsi, e hanno addirittura dato una spallata determinante al governo Prodi indagando il guardasigilli e lambendo anche il premier. E poi? Tutto in fumo!».

Laratta ricorda, ad esempio, la mitica «Loggia di San Marino», su cui la Procura e i giornali scrissero fiumi d'inchiostro, e che era puro frutto di una battuta telefonica male interpretata, e tanti altri qui pro quo. «All'inizio tutti fummo entusiasti della possibilità che una grande inchiesta giudiziaria arrivasse finalmente al cuore della corruzione che grava nel sistema istituzionale calabrese, grave quanto o più della stessa 'ndrangheta», ricorda Laratta, «ma presto ci si accorse che la componente di show mediatico iniziava a prevalere su tutte le altre. Alla fine, lo scrive anche il Gup nella sua sentenza: è una storia sostanzialmente priva di fondamento, ore e ore di intercettazioni inutili, salvo rovinare la vita di gente perbene, come Tonino Acri, presidente della Provincia di Cosenza, uomo di assoluta trasparenza e di onestà addirittura maniacale, che si ritrova sui giornali tra gli inquisiti, non riesce a spiegarsi, a chiarire, si ammala, muore. E naturalmente è tra gli assolti».

Laratta ha organizzato una riunione, la prossima settimana a Montecitorio, per formalizzare la richiesta della commissione d'indagine: «Bisogna capire come sia stato possibile un simile disastro», sintetizza. E conclude: «Leggere la sentenza del Gup è illuminante. Le dichiarazioni della principale teste d'accusa sono state ritenute inattendibili, ''non solo in quanto intrinsecamente incredibili, ma perché smentite dagli esiti delle attività investigative di riscontro compiute dagli inquirenti'. E le migliaia di intercettazioni telefoniche, durate per anni, sulle quali l'inchiesta si poggiava saldamente ''non forniscono alcuna prova dell'esistenza del sodalizio descritto'' Ecco, io dico che dobbiamo capire com'è possibile che un'inchiesta vada così avanti e coinvolga così tanta gente, facendo un così grande effetto mediatico-politico, avendo così poca sostanza al suo attivo».

Nel frattempo, l'ex pm, dando prova, se non altro, di grande trasparenza, accoglie sul suo blog sia molti messaggi di sostegno e solidarietà sia durissime critiche. Dalle quali, però, si difende e contrattacca: «Nel descrivere alla Procura di Salerno le pesanti collusioni di non pochi magistrati del distretto di Catanzaro parlai anche del magistrato Abigail Mellace, il giudice estensore di quella parte del processo Why Not per il quale vi è stato il giudizio abbreviato. In realtà il procedimento Why Not dopo che mi è stato sottratto illegalmente è diventato altra cosa. Non entro nel merito della decisione del Giudice in questa sede, che a onor del vero fa acqua da tutte le parti (_), se non per premettere che non è il procedimento da me originariamente diretto, con risultati molto positivi, ma quella parte ricostruita da altri magistrati. Pertanto è falso imputarmi l'esito di quel procedimento».

Come dire: la commissione parlamentare d'indagine appare davvero indispensabile per arrivare, sul caso Why Not, ad almeno un po' di verità.


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