lundi, octobre 25, 2010

Da Gomorra allo show-business

Il Riformista
Da Gomorra allo show-business

di Gianfranco Polillo  ilriformista.it   20101023

La metamorfosi di Saviano

Settimana di passione quella della Rai e non è finita. Da Santoro, sospeso ma presente in video, alla Gabanelli, in causa con Silvio Berlusconi. Da Minzolini accusato dall’Agcom - troppo spazio dato al Governo nel tg - a Fabio Fazio, reo di voler condurre una trasmissione (“Vieni via con me”) che allarma. Non c’è pace all’ombra del Cavallo di viale Mazzini.
Intanto il direttore generale Mauro Masi discute con i vicedirettori un piano industriale lacrime e sangue che tra dismissioni immobiliari, riduzione di personale e richieste al Tesoro - il canone pagato con la bolletta elettrica - dovrebbe portare nelle esangui casse della Rai qualche centinaia di milioni di euro per evitare lo sfascio. E se ancora non bastasse: ecco il referendum contro il direttore generale promosso dall’Usigrai. Se ne vada - dice la Cgil - per il bene dell’azienda.
Tanta carne al fuoco. Ma la cosa che ci ha più sorpreso sono state le dichiarazioni di Roberto Saviano nella piazza di Michele Santoro, alla presenza di Loris Mazzetti, capo struttura di Raitre, che con il suo assenso ne ha avallato la portata. Il tema era di quelli complessi: la remunerazione degli ospiti che intervengono alle trasmissioni televisive. Problema per la verità antico. Fu sollevato, forse per la prima volta, una trentina d’anni fa in Commissione di vigilanza nei confronti di Adriano Celentano e delle sue famose esternazioni che fecero infuriare la politica di allora. La Commissione parlamentare chiese di vedere il contratto per avere contezza delle eventuali clausole d’ingaggio. Nessuna. Tre striminzite paginette ed una cifra da capogiro. A quanto sembra le cose non sono cambiate. Questa volta è Loris Mazzetti che ci dice che non è possibile conoscere in anticipo il costo del programma “Vieni via con me”. Sarà fatto solo a consuntivo. Non ci sembra una buona idea.
Partendo da questi presupposti, Roberto Saviano ha esposto candidamente la sua teoria. Non esiste un problema di costi e quindi di limiti al cachet dello star system. Le cifre che pure sono circolate - un costo del programma di circa 700/800 milioni di euro a puntata - sono solo un ingranaggio della “macchina del fango”. Il programma fa paura e per questo si accampano pretesti senza senso. È proprio così?
Nel 2008 la Rai ha chiuso il bilancio con una perdita di 37 milioni di euro. Le previsioni per il 2010 dicono che potrebbe aumentare fino a 130. Due anni dopo la progressione (un cumulato di 600 milioni) sarebbe tale da azzerare il capitale sociale determinando il fallimento dell’azienda. La ricetta di Saviano è semplice. Lo star system aumenta gli introiti pubblicitari. È, quindi, giusto che una parte di queste maggiori risorse si traducano in compensi adeguati - ma meglio sarebbe dire milionari - per gli ospiti illustri delle trasmissioni. Due sono i limiti di questo ragionamento. Non tiene conto dei costi fissi che gravano sui singoli programmi, che si portano via circa il 70/80 per cento del relativo fatturato. Questo riduce notevolmente il margine dei maggiori introiti pubblicitari e pone un limite oggettivo al costo del nuovo programma. Se si va oltre esso contribuisce non alla riduzione, ma all’aumento del deficit complessivo dell’azienda.
Seconda considerazione. Nei bilanci Rai (dati 2008) la pubblicità contribuisce ai ricavi complessivi solo il per il 38 per cento. Una percentuale ben più alta (il 55,7 per cento) proviene dal canone pagato da ciascuno di noi. Ne consegue che per quanto possa aumentare la pubblicità per trasmissioni pure prestigiose i vincoli finanziari non possono essere aggirati. Il ragionamento di Saviano sarebbe più giusto se riferito alla televisione commerciale, che vive prevalentemente di pubblicità. Ma qui siamo nell’ambito del servizio pubblico, dove il “mercato”, nonostante l’invocazione di Pierluigi Battista sul Corriere di ieri, ha lo spazio che abbiamo indicato. Sono considerazioni - sempre per riprendere Battista - di destra o di sinistra? Non sapremo dire. A noi sembrano solo di buon senso.


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