samedi, octobre 02, 2010

Domanda alla Fnsi: Chi è l’editore in Rai Masi o i giudici?

Domanda alla Fnsi: Chi è l’editore in Rai Masi o i giudici?
ilriformista.it     20101002  di Piero Sansonetti


Un po’ di tempo fa, spesso, venivo invitato a partecipare a Ballarò. Poi, una volta, ho espresso un giudizio (peraltro tutt’altro che offensivo) che non è piaciuto a Floris...
Foto Virginia Farneti / LaPresse Nella foto Antonio Di Bella
Un po’ di tempo fa, spesso, venivo invitato a partecipare a Ballarò. Poi, una volta, ho espresso un giudizio (peraltro tutt’altro che offensivo) che non è piaciuto a Floris. Sono stato escluso da Ballarò. Un po’ di tempo fa, spesso, venivo invitato a partecipare ad Annozero. Poi, più di una volta, ho criticato Santoro. Sono stato escluso da Annozero. Un po’ di tempo fa venivo molto frequentemente invitato a Omnibus. Poi è cambiato il direttore dei Tg della 7, e al nuovo direttore, probabilmente, non piace il mio modo di ragionare, forse il mio esagerato garantismo. Sono stato escluso da Omnibus. Anche da Otto e Mezzo sono stato escluso, immagino, per le stesse ragioni per le quali Mentana mi ha escluso da Omnibus: Lilli Gruber preferisce altri professionisti.
Non ho mai protestato, e non sto protestando. Mi sembra abbastanza normale che le cose vadano così. Ognuno fa le sue scelte. La libertà di informazione e di stampa si gioca sull’equilibrio che esiste - nel privato e nel pubblico - tra editori, direttori, giornalisti. Ciascuno ha i suoi poteri e le sue competenze, e ciascuno si assume la responsabilità di quel che fa e di quel che dice. Se vuoi dire delle cose che non piacciono troppo a chi ha più potere di te, sai che probabilmente la cosa avrà delle conseguenze. Nel nostro sistema politico-economico la libertà di stampa è sempre sottoposta al potere. E al mercato, e a chi controlla il mercato. I grandi editori - Berlusconi, De Benedetti, Rizzoli - hanno il dominio assoluto sull’informazione, perché controllano quasi tutto il mercato e perché due di loro - Berlusconi e De Benedetti - controllano anche la politica e dunque controllano, attraverso i partiti o la Fnsi, anche l’informazione pubblica, cioè la Rai. Questa assenza di pluralismo non credo che sia salutare per la libertà d’informazione, ma questo è lo stato delle cose.
Dicevo, non protesto per le esclusioni che ho subito (e per evitare inesattezze cito solo il caso mio, che conosco bene, ma so che nella stessa situazione si trovano molti altri miei colleghi, di varie opinioni politiche ma soprattutto di orientamento di sinistra-liberale-garantista, e cioè su posizioni molto poco apprezzate dai padroni del vapore); non protesto, però non capisco perché talvolta per situazioni analoghe si faccia gran scandalo.
Voglio dire: se per caso agli editori non piace Santoro, o Travaglio o non so chi altro, perché non dovrebbero avere il diritto di escluderli? Non è una tragedia. Travaglio e Santoro, che sono giornalisti molto più bravi di me e con molte più possibilità di fare sentire comunque la loro voce e di esprimere in ogni caso il loro pensiero, troveranno il modo per continuare la propria attività e la battaglia politica. Non vi pare?
E invece non vanno così le cose. L’opinione pubblica, i giornali, il mondo politico - e soprattutto la Federazione della stampa - sono molto più sensibili ad alcuni giornalisti che ad altri. L’altr’anno fu organizzata una gigantesca manifestazione a Roma perché la Rai non si decideva a firmare il contratto a Marco Travaglio, vi ricordate? L’ipotesi di chiusura di Annozero è vissuta più o meno come un tentativo di colpo di Stato. Anche per Serena Dandini è successo un bel casino, perché la Rai non voleva che il programma della Dandini denigrasse e sbeffeggiasse un suo dipendente e il suo tg più importante (poi ha accettato). E però, non so se avete notato, né la Fnsi, né i partiti politici, né gli altri giornali si sono molto agitati quando è stato rimosso dal suo incarico di direttore del Tg della 7 Antonello Piroso, né ricordo proteste per l’allontanamento della direttora dell’Espresso (si è detto: «È una scelta dell’editore». Certo, giusto. Ma anche Masi è un editore, o no? Solo De Benedetti è un editore?). E soprattutto, non riesco a ricordare come era stato concepito quel furibondo comunicato di protesta dell’Fnsi a difesa di Antonio Di Bella (foto), il direttore della terza rete Rai che è stato “licenziato” dalla magistratura...
Ecco, l’affare-Di Bella è un po’ diverso dagli altri. Mentre negli altri casi mi limito a osservare una disparità di trattamento e di indignazione, in questo caso segnalo invece una anomalia gravissima. Ho detto di ritenere abbastanza normale che gli editori scelgano, e scelgano i direttori e i conduttori. Non mi pare affatto normale che scelgano i giudici. Per il provvedimento mostruoso di “rimozione giudiziaria” di Di Bella sarebbe stato sacrosanto uno sciopero della categoria. E invece? Silenzio, silenzio, silenzio, e anzi soddisfazione. Perché? Si è detto: «Perché Ruffini, cioè il predecessore di Di Bella, era stato sostituito per motivi politici. E cioè era stato sostituito perché non piaceva all’editore e non piaceva all’editore perché non piaceva alla maggioranza di governo». Vero. Ma Ruffini era diventato forse direttore della terza rete per volontà divina o per concorso? No, era stato assunto in Rai, prima con il grado di direttore della radio e poi della tv, per decisione dei partiti politici, e più precisamente della maggioranza di governo. E allora? I partiti politici sono di fatto gli editori della Rai e mettono e levano. E i sindacati, chissà perché, alle volte protestano alle volte no. Ma i giudici che c’entrano? A me non piace un sistema dell’informazione dove il dominio è del potere politico e del mercato è assoluto. So che è così, e non mi piace (ma non vedo attorno a me molta gente che abbia voglia di cambiarlo). Quello però che penso sia intollerabile oltre ogni limite è un sistema dell’informazione dove decidono i giudici. Mi sembra un po’ troppo. Chiedo alla Fnsi: ormai è tardi, capisco, ma un minutino di sciopero per Di Bella, o almeno 30 secondi, o magari solo 10, si potrebbero fare?


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