mardi, octobre 19, 2010

La piccola borghesia ha vinto. Vedi i cortei Cgil

La piccola borghesia ha vinto. Vedi i cortei Cgil - PRIMO PIANO - Italiaoggi
Con buona pace di Marx e dei suoi rilassati epigoni in auto blu

La piccola borghesia ha vinto. Vedi i cortei Cgil

di Diego Gabutti   italiaoggi.it     20101019

Era inevitabile che qualcuno, anche a sinistra, prima o poi s'accorgesse che l'imperatore della favola progressista è nudo. Che anzi è peggio che nudo: veste abiti firmati, infatti, e possiede una barca a vela.

«Comprendo i deputati ex-sindacalisti», ha dichiarato Francesco Boccia, coordinatore (di fede lettiana, da Enrico Letta) delle commissioni economiche del partito democratico, «ma sono francamente nauseato dalle finzioni».

Mentre ad altri, per dire, viene un po' da ridere, a Boccia viene la nausea quando guarda «sfilare per qualche ora» nel centro della capitale, dietro le bandiere rosse della Fiom, «intellettuali che guadagnano milioni di euro l'anno, ex deputati che vivono col vitalizio e politici che dopo la sfilata e la passerella davanti alle televisioni tornano a casa con le loro auto blu».

Sergio Cofferati e Pierluigi Bersani, da parte loro, giurano invece che gli abiti nuovi dell'imperatore progressista sono bellissimi.

Devono pensare che, come una volta era meglio avere torto col partito che ragione contro il partito, oggi sia meglio avere ragione con questi fighetti che torto con gli operai.

Ma sanno bene che, quand'era il popolo (anzi, «la classe operaia») a scendere in piazza, nessuno avrebbe associato il verbo «sfilare», più adatto a illustrare l'attività delle top model, a una manifestazione sindacale.

Non c'era niente di frivolo, né di nauseante e tanto meno di ridicolo, nelle manifestazioni operaie, e in quelle dei metalmeccanici in particolare, prima che l'erre moscia dei nuovi leader risuonasse dai megafoni e dagli altoparlanti insieme alle canzonette puerilmente impegnate dei cantautori, al delirio da maniaci ossessivi dei giustizialisti e agli slogan scomposti dei nostalgici del sessantotto.

«Mangia ananas, mastica fagiani, più non ti resta borghese un domani», cantava ai suoi tempi Vladimir Majakovskij, che mai avrebbe pensato d'augurare, con questi versi, un canchero alla sinistra.

Ma alla fine, con buona pace di Marx e dei suoi epigoni la borghesia e (peggio ancora) la piccola borghesia hanno vinto su tutta la linea. Dopo avere rubato la parte in commedia al proletariato, questi ricchi parassiti adesso ridono alle sue spalle mentre la recitano al suo posto.






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