mercredi, septembre 29, 2010

Donne pazze una volta al mese Che scoperta, chiedete ai mariti


Donne pazze una volta al mese Che scoperta, chiedete ai mariti
Donne pazze una volta al mese Che scoperta, chiedete ai mariti

di Gabriele Villa  ilgiornale.it   20100929




Per i medici americani che aggiornano il manuale delle malattie mentali la sindrome premestruale è una patologia da curare

Quando esagerano, ammettiamolo, esagerano. Le donne? No, gli psichiatri. E peggio ancora gli psichiatri che parlano di donne, che pretendono di capire e interpretare il più ininterpretabile universo. Quello femminile.

Veniamo al dunque. Le donne ci infastidiscono? Ci irritano e si irritano sistematicamente? E quel «sistematicamente» è legato, una volta al mese, a «quei giorni»? Alzi la mano chi non l’ha, pensato, constatato e, magari, anche apertamente rinfacciato alla sua compagna mostrando, certo, mancanza di tatto, di sensibilità e ovviamente anche di tolleranza.

Ma che ora gli psichiatri arrivino a considerare «quei giorni», cioè scientificamente parlando, la sindrome premestruale, come l’anticamera della pazzia, beh, francamente, ci pare una bella panzana. Una panzana però catalogata, certificata ed entrocontenuta nella prossima edizione, la numero 5 per l’esattezza, del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il fondamentale tomo redatto dall’American Psychiatric Association, considerato uno degli strumenti diagnostici più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo per inquadrare il problema di cui soffre il paziente che si trovano di fronte. Bene, la revisione di questo manuale, prevista per il 2013, potrebbe catalogare come malattie psichiatriche alcuni dei comportamenti ritenuti, fino ad ora, normali o, comunque, non così gravi da giustificare una terapia farmacologia.

Tanto che, preoccupati, alcuni senatori del Pdl hanno preannunciato un’interrogazione al ministro della Salute Ferruccio Fazio per chiedere che «l’Italia si adoperi affinché la prossima pubblicazione del Dsm V prevista per maggio 2013, non contenga elementi di patologia che a prima vista sembrano assurdi come appunto la sindrome premestruale, che è una condizione fisiologica e comune forse al 100 per cento delle donne e che nel nuovo manuale verrà invece equiparata a patologia psichiatrica». In verità sono anche molti gli psichiatri che si sono mostrati perplessi per certe «catalogazioni». E queste perplessità sono motivate dal fatto che il Dsm infatti non è solo un volume in cui si definiscono i nomi e le caratteristiche delle malattie ma dove anche le patologie affibbiate ai pazienti possono avere ripercussioni non solo sulla terapia, ma sulla possibilità di avere un lavoro o di stipulare un'assicurazione, e, cosa ancor più delicata, di condizionare i giudizi nei tribunali.

Se è vero che il termine «sindrome premestruale», introdotto per la prima volta negli anni Sessanta, dai professori Greene e Dalton, sarebbe, in buona sostanza, una sorta di reazione autoallergica, dovuta a un’eccessiva produzione di ormoni da parte dell’ipofisi nella fase post-ovulatoria, è anche vero che ci sono parecchie donne (non è una constatazione maschilista, è solo una constatazione) in cui la differenza fra «quei giorni» e gli altri giorni del mese non si nota affatto. Nel senso che molte, non tutte per carità, delle nostre compagne, fidanzate o mogli sono e restano isteriche, irritabili e irritanti per 365 giorni all’anno. O quasi. Allora dov’è la differenza? Dov’è la sorprendente e un po’ sospetta patologia clinica individuata dall’American Psychiatric Association? Non sarà che qualche marito, magari psichiatra e magari stanco di subire soprusi in famiglia, stia cercando un appiglio scientifico per far internare la moglie? Confermando così la tesi di Woody Allen: «Lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di domande costose che vostra moglie vi fa gratis». E se così non fosse, se fossero in buona fede, non sarebbe meglio che i dottori della mente mettessero una buona volta il loro cervello al servizio del genere maschile per indicarci antidoti e contromisure per sopportare pazientemente i decibel femminili? Ma sempre, non soltanto in «quei giorni».


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