mardi, septembre 14, 2010

Urla e fischi contro Pietro Ichino ma il pubblico della Festa lo fa parlare

Urla e fischi contro Pietro Ichino ma il pubblico della Festa lo fa parlare
milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/14

Gli antagonisti cercano di consegnare al professore una tuta da operaio e una cuffia dei phone center

Ospite della Festa Democratica di Milano, il giuslavorista Pietro Ichino è stato contestato da una trentina di giovani dei centri sociali che hanno tentato, inutilmente, con urla e provocazioni di interrompere il suo intervento.

Antagonisti contro il professore

Un gruppo di antagonisti, ieri sera, è arrivato nello spazio dei dibattiti a Lampugnano e quando il giuslavorista ha preso la parola ha iniziato a fischiarlo al grido di "Vai a lavorare". Provocatoriamente, i giovani dei centri sociali hanno tentato di offrire a Ichino una tuta blu e una cuffia da lavoratore del call center e di srotolare uno striscione, ma i disturbatori sono stati allontanati dal servizio d'ordine del Partito Democratico e da un gruppo di agenti delle forze dell'ordine.

Per una decina di minuti sono continuate le urla e i fischi degli antagonisti, prima che fossero definitivamente allontanati dallo spazio dei dibattiti. Dopodiché la serata, incentrata proprio sui temi del lavoro è ripresa su sollecitazione del pubblico presente con interventi di tutti i relatori tra cui anche i segretario della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati.

"C'e da preoccuparsi perchè non sono contestazioni, sono veri e propri atti di violenza". Così ai microfoni di "Mattino 5" il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha definito le proteste che nei giorni scorsi hanno accompagnato alcuni interventi pubblici di Schifani, Bonanni e, ieri sera, Pietro Ichino. "Io non li chiamo i giovani dei centri sociali ma i professionisti della violenza", ha detto Maroni. E a Maurizio Belpietro che gli ha chiesto se vede "pericoli di terrorismo" risponde: "E' iniziato così, ed per questo che stiamo studiando le misure più adeguate per evitare che questi atti di violenza si trasformino poi in una stagione che abbiamo visto e che non vogliamo più rivedere".




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