jeudi, avril 14, 2011

Rivalutare lo yuan cinese? Serve a poco. Per capire perché seguite l'itinerario globale dell'iPhone...

Rivalutare lo yuan cinese? Serve a poco. Per capire perché seguite l'itinerario globale dell'iPhone... - Il Sole 24 ORE
Rivalutare lo yuan cinese? Serve a poco. Per capire perché seguite l'itinerario globale dell'iPhone...

di Vittorio Carlini  ilsole24ore.com     20010414



Lo yuan ai massimi sul dollaro ma la sua rivalutazione non serve. Lo dice l'iPhone (AP Photo)Lo yuan ai massimi sul dollaro ma la sua rivalutazione non serve. Lo dice l'iPhone (AP Photo)
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Lo yuan, o il renminbi, ha raggiunto il suo livello più alto verso il dollaro: 6,5339. Una salita di 30 punti base che dovrebbe fare un po' contenti gli americani. Una moneta cinese forte agevola l'export dell'America e può dare il «la» a un riequilibrio della bilancia commerciale tra Washington e Pechino.

La geopolitica dell'iPhone (di Riccardo Barlaam)

Le cose, però, non stanno proprio così. E a dircelo è l'iPhone. Un importante economista, Yuquing Xing direttore del programma economico asiatico all'istituto di politica economica di Tokyo, ha analizzato il costo industriale del famoso telefonino della Apple.

Ecco il ragionamento di Xing. «Lo smartphone è progettato e commercializzato dalla Apple. Ma, a parte il software e il design, la sua realizzazione prende piede fuori dagli Usa». In generale la filiera industriale coinvolge nove aziende situate in Cina, Corea del Sud, Giappone, Germania e Stati Uniti.

La filiera globale dell'iPhone
Il suo costo industriale è di 178,96 dollari (nel 2009). Questi, riguardo i maggiori componenti, sono così suddivisi:

60,6 dollari sono "spesi" in Giappone con le aziende Toshiba e Murata che producono dalla Flash memory al Touch screen fino alla Fem;
23,1 dollari appartegono alla Corea del Sud con la Samsung che realizza il microprocessore e il moduolo di memoria Ram;
altri 38,65 dollari sono "sostenuti" in Germania dove Infineon e Dialog Semiconductor producono dal modulo radio 3G al sensore della videocamera fino al ricevitore Gps;
10,75 dollari sono attribili all'americanaCirrus Logic, Broadcome e Numonyx per l'elaborazione delle tecnologie usate nei segnali audio nel Bluetooth e nella memoria Mcp;
I restanti 54,5 dollari sono suddivisi tra ulteriori costi per i materiali (48 dollari) e la manodopera (6,5 dollari).

La bilancia commerciale
Ebbene, i 178,9 dollari di costo industriale, visto che l'iPhone è assemblato nella fase ultima in Cina, «valgono 2 miliardi di dollari in esportazioni da Pechino verso gli Stati Uniti. Assumendo -dice Xing -che le parti prodotte in America valgano 121,5 milioni, l'importazione dello smartphone contribuisce per 1,9 miliardi al deficit commerciale sino-americano . Cioè lo 0,8% di tutto il deficit».

E però, come si è visto, molti dei costi industriali nulla hanno a che fare con la Cina. «I lavoratori cinesi, 6,5 dollari, incidono per circa il 3,6% del totale. Alla fine - sottoliena Xing -, il tradizionale calcolo della bilancia commerciale è sbagliato: considerare tutti i 178,98 dollari quali export verso Washington, in quanto il cellulare viene trasportato via mare da Pechino agli Usa, non è un atteggiamento corretto».

Una bilancia multi-stato
Scomponendo, a livello aggregato, l'impatto attribuito all'iPhone sul deficit commerciale si vede che il 94,6% è da attribuire a trasferimenti dalla Germania, dal Giappone, dalla Corea del Sud, dagli Stati Uniti e da altri stati. Una filiera ex Cina che arriva circa a 1,8 miliardi. Alla fine, insomma, il reale impatto dell'iPhone sull'export cine se è molto, molto basso. Il messaggio di Xing è che l'iPhone, ma l'esempio è applicabile a moltissimi altri prodotti, "inflaziona" il deficit commerciale.

L'effetto rivalutazione
Di più: un eventuale rivalutazione dello yuan non avrebbe tutti gli effetti desiderati. «Se il renminbi si apprezzasse del 20%, le conseguenze si avrebbero solamente sui costi di assemblaggio dell'iPhone che salirebbero a 7,8 dollari per unità (da 6,5), aggiungendo semplicemente 1,3 dollari ai costi industriali totali. Cioè, lo 0,73 per cento».

Il costo della manodopera
Certo, la rivalutazione dello yuan ha diverse conseguenze sul piano delle materie prime e sull'export di prodotti pensati, realizzati, commercializzati in Cina. E, tuttavia, molti dei device che costituiscono l'export verso il mondo industrializzato occidentale si trovano nella stessa situazione dell'iPhone. Dove, al 2009, gli eventuali effetti di un caro-yuan si avrebbero solo sulla manodopera, producendo un effetto insignificante.

Anche perché l'aumento sarebbe «certamente scaricato sul consumatore finale americano e la domanda aggregata Usa sul prodotto tecnologico non sarebbe "sollecitata"». La produzione globalizzata richiede approcci più sofisticati per difendere la produzione nazionale: la semplice rivalutazione monetaria, o la creazione di fondi antiscalata, sono meccanismi scarsamente efficaci. Pannicelli caldi...


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