vendredi, mars 11, 2011

Ma che coincidenza!

Ma che coincidenza! | The Frontpage
Ma che coincidenza!



Dicevamo di Vaccarella, dunque… Nell’aprile del 2002 eletto dal Parlamento alla Corte. Felicitazioni! Sarebbe dovuto restare in carica fino al 2011 ma nel 2007, polemizzando con il governo Prodi, si dimise. Il risultato? Ricongiungendo alla stregua di qualsiasi dipendente pubblico i suoi periodi lavorativi all’università con le annualità della Consulta, Vaccarella è riuscito a sommare ben 46 anni di anzianità lavorativa. E adesso come faccio a spiegare alla mia povera badante che questa circostanza gli ha fruttato una liquidazione di appena 1 milione e 200 mila euro lordi (circa 850 mila netti)? Diciamo la verità, Vaccarella se la sarebbe sognata se fosse rimasto semplice professore, ma l’effetto speciale di quei cinque anni trascorsi, una settimanella sì e una settimana no, non avevamo detto che è miracoloso? Per altro, un caso tutt’altro che isolato.

E sì, perché è proprio grazie a queste ricongiunzioni e agli alti livelli retributivi concessi a giudici e presidenti che alla Corte si registrano casi di superliquidazioni miracolose, in quanto la buonuscita viene calcolata sulla base dell’ultimo stipendio moltiplicato il numero degli anni di lavoro come quello di Vaccarella. Semplice, no?

La mia povera badante continua a essere incredula? Facciamole allora il caso di Gustavo Zagrebelsky, giudice dal settembre del 1995 e presidente della Consulta dal 28 gennaio al 13 settembre 2004. Ebbene, ricongiungendo gli anni della carriera universitaria come professore ordinario con i nove di Corte ha alla fine accumulato 38 anni di anzianità lavorativa. Circostanza che gli ha permesso di portare a casa una liquidazione di 907 mila euro lordi, al netto ben 635 mila. E i poveri giudici che vengono dalla libera professione e che, quindi, non hanno mai lavorato per lo Stato e non hanno altri periodi di lavoro dipendente da ricongiungere? Costoro, poverini, come vengono liquidati? Niente paura, nessuno viene lasciato indietro… È il caso, per esempio, di Fernanda Contri, giudice dal 1996 al 2005. Calcolata solo per il periodo trascorso alla Consulta, la liquidazione concessale le ha fruttato circa 222mila euro lordi. Non male, no, per appena nove anni di lavoro!

Scommettiamo che poi anche sulle pensioni si riverbererà qualche altro effetto portentoso? Vediamo un po’… Ricongiungendo gli anni di università con quelli alla Consulta, Roberto Vaccarella può riscuotere 25.097 euro lordi mensili (pari a 14.288 euro netti); Zagrebelsky 21.332 euro lordi (12.267 euro netti), mentre Fernanda Contri si porta a casa ogni mese un assegnetto di 10.934 euro lordi (netti: 6.463), che per soli nove anni di mandato mortificano persino le vituperate pensioni dei parlamentari che, con un periodo di anzianità identico, riuscuotono “appena” 4.351 euro mensili. Al paragone, una paghetta, ammettiamolo! Che poi, a pensarci bene… Il minimo di anni richiesto a uno statale per riscuotere l’assegno dopo le riforme degli anni Novanta non fu portato a 20 anni? E allora com’è stato possibile che per la Contri sia fiorito un tale appannaggio? Semplice: a suo vantaggio è stata applicata un’apposita leggina che ha portato il requisito dell’anzianità minima per la pensione richiesta ai giudici costituzionali provenienti dal libero foro solo a nove anni. Proprio quello che serviva a Fernanda Contri? Ma guarda la fortunata coincidenza!

Insomma, come abbiamo visto fin qui, proprio un bell’andare. Ma la faccenda, poi, non si conclude qui. Come stabilito dall’ufficio di Presidenza, i giudici costituzionali, infatti, hanno poi diritto a: carta di libera circolazione sulle ferrovie; rimborso dei viaggi aerei e dei taxi; tessera viacard e telepass per la libera circolazione sulle autostrade, cellulare, computer e telefax, anche a casa e a spese della Corte e utenza telefonica dell’abitazione privata. Quanto poi alle auto… Essendo loro riconosciuto il rango di ministro, hanno diritto a una macchina di servizio con ben due autisti personali, a disposizione sia a Roma che nella città di residenza. Il ministro perde il privilegio una volta cessato dall’incarico? Il giudice costituzionale invece no e conserva l’auto, solitamente di grossa cilindrata e possibilmente di marca straniera, con comodo di chauffeur anche quando va in pensione, sia che abiti o lavori a Roma come Leopoldo Elia (cessato dalla carica di presidente nel lontano maggio del 1985) e Antonio Baldassarre (ex presidente della Rai e titolare oggi di un avviatissimo studio legale), sia che risieda fuori dalla capitale. In situazioni come questa, o l’autista viene distaccato in loco (è il caso di Gustavo Zagrebelsky che vive in Piemonte) o raggiunge l’emerito in auto dalla capitale (succede con Valerio Onida a Milano).

Davvero un servizio completo, con i complimenti della Patria che, nella sua sollecitudine…


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