samedi, août 14, 2010

A Repubblica si stanno scontrando la linea Milella con quella Mauro

ItaliaOggi Numero 192 pag. 5 del 13/8/2010 PRIMO PIANO Backstage editoriale


A Repubblica si stanno scontrando la linea Milella con quella Mauro


Dopo che Repubblica ha rifiutato, per giorni, di fornire ai suoi lettori la notizia dell’appartamento ereditato da An e finito, non si sa come, nella disponibilità del cognato del segretario del partito, in base al convincimento che si trattasse, non di una notizia, ma di un semplice «attacco squadristico» organizzato a freddo dai giornali della scuderia Berlusconi, anche Repubblica ha dovuto rassegnarsi a raccontare la notizia.

Ma restano, nel giornale di largo Fochetti, due linee divergenti. Forse studiate opposta per coabitare. Una, diciamo così, assolutoria, della quale sono interpreti, sia pure in modo diverso, Massimo Giannini e Liana Milella.

E l’altra, emersa solo mercoledì scorso, del direttore Ezio Mauro, che invece vorrebbe che Gianfranco Fini vuotasse tutto il sacco sulla vicenda dell’appartamento in Costa Azzurra finito nella disponibilità del cognato.

Mauro, sia pure dopo aver lasciato passare altri due giorni, ha dato infatti una brusca sterzata al timone del suo giornale, dopo che il suo vice, Massimo Giannini, nel fondo di lunedì scorso, a commento delle risposte date il giorno prima da Fini sull’appartamento in Costa Azzurra, si era dichiarato pienamente soddisfatto delle risposte fornite dal presidente della Camera che, secondo Giannini, chiudevano definitivamente questa squallida imboscata berlusconiana e restituivano piena trasparenza all’azione di Fini.

La Milella invece aveva scelto, per assolvere Fini, la via del temporeggiamento, detta anche del «Campa cavallo», informando i lettori di Repubblica (che, su questo argomento, tambureggiano sempre più veementemente sul sito del giornale) di pazientare perché Fini, fra 20 giorni (!), quando cioè il cognato rientrerà dalle vacanze dove non può evidentemente essere disturbato, darà tutte le risposte che il cognato stesso dovrà fornirgli sulla vendita dell’appartamento monegasco di cui, conferma la Milella, e noi le crediamo sulla parola, Fini era totalmente all’oscuro.

Senonché Mauro, mercoledì scorso, esce dalle secche di questa palude nella quale il suo giornale si stava arenando, con un secco fondo dal titolo «Il dovere della chiarezza» nel quale dopo «aver dato atto» a Fini «di aver detto la sua verità sull’affare Montecarlo» egli deve anche «pretendere la verità da Giancarlo Tulliani, intermediario della vendita». Mauro, a questo punto, diventa ingiuntivo: «Fini chieda a Tulliani nomi e cognomi degli acquirenti e le condizioni di affitto. Questo per rispondere al sospetto, ogni giorno più pesante, che Tulliani abbia intermediato se stesso, dietro il paravento off shore».

Dal fondo di Mauro non si riesce a capire se il direttore di Repubblica vuole da Fini una risposta immediata anche perché «il sospetto» come dice lui «diventa ogni giorno più pesante». Oppure se Repubblica si accontenterà di ottenere questa risposta fra 20 giorni come suggerisce la Milella.

E se la vuole subito, la risposta, Repubblica, che ha inventato il format, sottoporrà anche Fini, finché non avrà scucita «l’altra verità», all’efficace tormentone delle stesse domande riproposte ogni giorno al presidente della Camera? Resta però un buco nella curiosità della Repubblica e, presumo, anche dei suoi lettori. Non le interessa proprio sapere come la madre della Tulliani, di professione casalinga per tutta la vita, e non iscritta all’albo dei fornitori (che certifica obbligatoriamente l’idoneità tecnica ed economica all’esercizio di questo business) abbia ottenuto un contratto di un milione e mezzo di euro dalla Rai per fare un programma che prima la Rai faceva in casa?

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