mercredi, juin 27, 2012

Più UE meno Germania

http://www.lettera43.it/economia/macro/piu-ue-meno-germania_4367555735.htm



LA ROAD MAP

«Più Ue, meno Germania»

Schmidt e Delors: Berlino aiuti Atene.

di Barbara Ciolli
Solidarietà, sussidiarietà, rispetto. Per evitare che - ancora una volta - il grande centro schiacci la periferia d'Europa.
Non sono le parole demagogiche di uno dei tanti capipopolo. Ma l'analisi, lucidissima, di uno dei padri dell'Unione europea (Ue), Helmut Schmidt.
Tedesco come la cancelliera Angela Merkel, da mesi il 93enne chiede al governo di Berlino una visione più ampia delle politiche economiche comuni: uno sguardo sovranazionale che, tra l'altro, includerebbe anche la mano tesa alla Grecia in grave difficoltà.
L'AGENZIA DEL DEBITO UE. Alla vigilia del vertice del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, mentre la Germania ha ribadito il suo «nein» agli eurobond, l'ex cancelliere socialdemocratico si è affannato a rilasciare interviste e a proporre, insieme con l'ex commissario Ue e amico 87enne Jacques Delors, un piano comune per costruire gli Stati Uniti d'Europa.
Oltre all'unione fiscale, così cara ai rigoristi, i due decani dell'integrazione hanno suggerito di creare una «agenzia europea del debito», per distribuire bond dell'Eurozona, in cambio della cessione a Bruxelles della sovranità nazionale degli Stati più dissestati.
PRESSING PRO EUROBOND. Il principio-cardine per l'accesso al credito, hanno scritto Schmidt e Delors in un rapporto per il think tank Notre Europe è: «La sovranità finisce quando la solvibilità finisce». In cambio, come obiettivo «a medio termine», per i governi in rosso si aprirebbero le porte agli eurobond.
Sarebbe la condivisione del debito europeo tanto aborrita dalla cancelliera Merkel. Quel contraltare che, alle misure di rigore, affianca politiche di interesse generale, lungimiranti ed europeiste, lontane dai particolarismi che finora, invece, hanno dettato le mosse dei leader dell'Eurozona, guidati dalla Germania.

Schmidt e Delors: «Ai leader Ue manca una visione globale»

Con la sua road map, il duo europeista Schmidt-Delors dà forza all'asse franco-italiano di François Hollande e Mario Montiche, all'imminente vertice di Bruxelles, farà pressing su Berlino per smuovere la Germania a cedere sugli eurobond.
Per il vecchio cancelliere - popolare, tra i tedeschi, più della Merkel - così come per lo storico commissario Ue, è necessario che «tutti i leader e i responsabili delle istituzioni», trovino «la visione globale e le prospettive, che spesso sono mancate, fin dall'inizio della crisi».
L'OSTRUZIONISMO DI BERLINO.Smuovere Berlino dalle sue posizioni non sarà facile, nonostante il fatto che anche il presidente Usa Barack Obama, arrivando allo scontro, abbia richiamato l'Unione europea a dimostrare maggiore solidarietà tra gli Stati membri, promuovendo politiche economiche comuni.
«Eurobond, eurobill e garanzie di condivisione del debito sono sbagliati e controproducenti dal punto di vista economico. Oltre che non compatibili con la nostra costituzione», ha gelato la cancelliera tedesca, per tagliare la testa al toro. «Quando penso al summit, mi preoccupa il fatto che si parlerà troppo di tutti i possibili modi per condividere il debito. E troppo poco di come migliorare i controlli e attuare misure strutturali», ha avvertito Merkel, innescando un terremoto nelle Borse europee.
RIEQUILIBRARE I DIRITTI FISCALI. Schmidt e Delors, viceversa, auspicano un «riequilibrio dei diritti e dei doveri fiscali nell'ambito dell'Unione monetaria europea» che, oltre a «una sorveglianza di bilancio molto più stretta a livello comunitario» e a un «coordinamento delle politiche economiche nazionali», includa «un'agenzia Ue del debito, garantita congiuntamente da tutti i Paesi dell'euro, per aiutare gli Stati della moneta unica».
Nella prefazione del rapporto, i padri dell'Europa unita hanno chiesto che, «con la cessione della sovranità, l'area euro diventi un tutt'uno, in grado di assicurare l'accesso al finanziamento degli Stati a prezzi accessibili, anche in tempi di crisi».

L'ex cancelliere: «Contenere la Germania per integrare l'Europa»

A più riprese, dalle pagine dei quotidiani nazionali, l'ex cancelliere Schmidt ha tirato le orecchie alla politica chiusa ed egoista del governo Merkel e alla latitanza di Bruxelles, chiamando le istituzioni a dare un «aiuto energico alla Grecia».
Troppo facile, infatti, aveva scritto lo statista in uno dei suoi interventi sulla Zeit prima dell'esplosione della crisi finanziaria, «scaricare interamente la colpa sui poveri di Atene», quando invece sono state le banche e la cattiva gestione del debito pubblico dei governi europei «a far sprofondare l’economia ellenica in uno stato di recessione».
LA LOTTA PERIFERIA-CENTRO. A un anno di distanza, in un lungo contributo pubblicato anche sul Sole 24 Ore, Schmidt ha invitato tutti i leader a promuovere l'integrazione, nella «necessità di evitare una prosecuzione della lotta tra periferia e centro tedesco». Una dinamica distorta che, nell'analisi dell'ex cancelliere, ha innescato per secoli conflitti e guerre nel continente.
Risolverla, per Schmidt, è «motivo originario dell'integrazione europea» e «premessa imprescindibile per la soluzione dell'attuale crisi».
«Stavolta non si tratta di potere politico e militare, ma di una preponderanza economica». E il rischio è che torni alla ribalta la «preoccupazione della periferia nei confronti di un centro troppo forte».
BERLINO: «ESEMPIO, NON MODELLO». Proprio per «interesse strategico della nazione tedesca», Schmidt si è detto «sostenitore dell'integrazione e dell'imbrigliamento della Germania».
«Non possiamo presentare l'ordinamento del nostro Paese come un modello, ma solo come un esempio», ha dichiarato lo storico cancelliere. Né dimenticare che (a parole) il principio di sussidiarietà, sancito dal trattato di Lisbona, impone all'Ue di «farsi carico di ciò che uno Stato non è in grado di regolare e superare da solo».

L'Europa dei particolarismi rimpiange il padre della ricostruzione

Al governo tedesco dal 1974 al 1982, negli anni in cui la Germania federale ricuciva le ferite con l'ex nemico francese, Schmidt non ha mai dimenticato «l'obbligo del Paese di ricambiare, con dignità, la solidarietà ricevuta», per la ricostruzione nel Secondo dopoguerra.
«Noi tedeschi abbiamo buone ragioni per essere riconoscenti», ha ricordato Schmidt alla Merkel. Che, 50 anni dopo, pensa invece a coltivare il proprio orticello, persistendo nelle politiche difensive.
UN PROGETTO COMUNE. Per il cancelliere della ricostruzione - come per i suoi colleghi democristiani Konrad Adenauer e Helmut Kohl - gli interessi di partito e le tattiche elettorali, tanto care a Berlino, venivano invece sempre dopo l'architettura di un progetto comune europeo.
Anche con il mare in tempesta, Schmidt rivendica la conquista dell'euro, contro un «marco tedesco troppo forte» e «più stabile del dollaro». Chiunque, si sogni di parlare di «presunta crisi dell'euro», ha chiosato l'ex cancelliere, «non fa altro che uno sventato ciarlare».
Da parte sua Delors, che, negli Anni '80, da ministro delle Finanze francese, sostenne la svalutazione del franco e, nei tre mandati da commissario Ue, creò il mercato comune europeo, si appella a una maggiore coesione e solidarietà tra Stati che faccia perno, questo sì, sul rispetto delle regole e di parametri fiscali comuni.
LA MIOPIA DI MERKOZY. Altri tempi, altro spessore politico, rispetto a figure di media caratura come l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera Merkel.
Non per niente, c'era un abisso, tra l'asse franco-tedesco che, nel Secondo dopoguerra, plasmò l'Unione europea e la miope alleanza del duo Merkozy, preoccupato, fino a pochi mesi fa, più che altro di conservare i rispettivi consensi interni, mettendo al sicuro gli averi, mentre la nave europea affonda.
Tra l'altro, alle presidenziali del 2012 Sarkozy non c'è neanche riuscito. Resta da capire se almeno Merkel, che si è detta «serena» sulle elezioni di settembre 2013, avrà più fortuna.
Martedì, 26 Giugno 2012

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