mardi, août 07, 2012

Di Pietro craxiano anti-Colle

lettera43.it   20120807

«Su Napolitano aveva ragione l'ex premier».

 

Antonio Di Pietro interroga Bettino Craxi nel corso del processo Enimont.

 

 

 

 

 

 
Antonio Di Pietro interroga Bettino Craxi nel corso del processo Enimont.       

 

La guerra al Colle di Antonio Di Pietro non conosce soste, né esclusione di colpi.


Nelle sue critiche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il leader dell'Italia dei valori

 ha addirittura citato Bettino Craxi, l'uomo che da magistrato affrontò nel corso dell'inchiesta 'Mani pulite'.


«DUE GIORGIO NAPOLITANO».

  In un'intervista aOggi, Di Pietro ha dato ragione all'ex presidente del Consiglio: «Esistono due Giorgio Napolitano,

quello che ci racconta oggi la pubblicistica ufficiale, il limpido garante della Costituzione, e quello che raccontò

l'imputato Bettino Craxi in un interrogatorio formale, reso, nel 1993, durante una pubblica udienza del processo Enimont,

uno dei più importanti di Tangentopoli».


Sotto la lente di ingrandimento finiscono ancora una volta i rapporti di Napolitano con l'Unione sovietica:

«Craxi descriveva quel Napolitano, esponente di spicco del Pci nonché presidente della Camera,

come un uomo molto attento al sistema della Prima Repubblica specie coltivando i suoi rapporti con Mosca

. Io credo che in quell'interrogatorio formale, che io condussi davanti al giudice, Craxi stesse rivelando fatti veri

perché accusò pure se stesso e poi gli altri di finanziamento illecito dei partiti. Ora delle due l'una: o quei fatti

raccontati non avevano rilevanza penale oppure non vedo perché si sia usato il sistema dei due pesi e delle due misure».


«PERCHÉ LO CHIAMANO RE GIORGIO?».

  A Di Pietro non piace proprio il capo dello Stato, e men che meno la sua estrema popolarità: «Abbiamo letto sul prestigioso New York times 

che al nostro presidente della Repubblica è statodato il titolo di 'Re Giorgio'. A nessun altro capo dello Stato era mai capitato prima.

Bisogna porsi questo problema. Evidentemente il presidente della Repubblica ha cercato il consenso di tutte le forze politiche per mantenere

un'acquiescenza nei suoi confronti, una quiete, che io non condivido. Io penso che quando c'è un fallo l'arbitro deve fischiare e non fare finta

di niente sennò cerca di addomesticare la partita».

 

Pare proprio che Tonino riconosca al presidente della Repubblica un ruolo di regia nella nuova legge elettorale, che potrebbe penalizzare

l'Italia dei valori attraverso lo sbarramento, il premio di maggioranza e il ridimensionamento dei collegi.


DIVISIONI ALL'INTERNO DELL'IDV. 

E all'interno del partito sembra si stia formando un'ala più moderata, che non apprezza troppo gli sfoghi del leader,

e che farebbe capo a Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera.
Elio Lannutti ha già annunciato di voler abbandonare il partito nel futuro: «Non so come si può andare avanti così.

Ma come si fa a dare ragione a Craxi? È una cosa imbarazzante».

 

Il Quirinale: «Nuovi, assurdi artifizi provocatori»

 

Nemmeno la replica del Quirinale si è fatta attendere.

Fonti della presidenza hanno etichettato le parole di Di Pietro come «nuovi,

assurdi artifizi provocatori nel quotidiano crescendo di un'aggressiva polemica

personale contro il presidente della Repubblica».


L'EX PM: «GUARDATE YOUTUBE».

  Ma Di Pietro non si è scoraggiato, e ha risposto ancora, ribadendo il concetto già espresso

: «A coloro che si qualificano come 'fonti del Quirinale' consiglio di vedere il filmato

su Youtube e di risentire dal vivo le dichiarazioni rese da Craxi nel formale interrogatorio

davanti ai giudici del tribunale di Milano, durante il processo Enimont. In particolare, consiglio di ascoltare cosa riferì Craxi in merito

al sistema di finanziamento ai partiti ai tempi della Prima Repubblica e come questo sistema coinvolgesse tutti i partiti, compreso il Pci

dell'onorevole Napolitano, ovviamente per fatti già all'epoca non aventi più rilevanza penale, a causa del tempo trascorso e delle modalità di attuazione».


RONDOLINO: «SI SCIACQUI LA BOCCA». 

Tra i commenti più duri, c'è quello del giornalista Fabrizio Rondolino, protagonista in questi giorni di una

 stucchevole polemica con il direttore deLa Stampa Mario Calabresi:

«Di Pietro ha fatto crepare il compagno Craxi in esilio. Dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di pronunciarne il nome glorioso»,

ha tuonato su Twitter.

Lunedì, 06 Agosto 2012

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