dimanche, mai 08, 2011

Giustizia è fatta

Giustizia è fatta | The Frontpage
Giustizia è fatta

di redazione    thefrontpage.it    20110508

Il 23 dicembre El Pais pubblica un dispaccio del 3 luglio 2008 dell’allora ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, diffuso da Wikileaks. Nel dispaccio segreto si rivelava che quando era ministro degli Esteri, nel 2007, Massimo D’Alema disse a Spogli che “sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, è la più grande minaccia allo Stato italiano”. Commenta Spogli: “Nonostante anni di dibattiti sulla necessità di una riforma del sistema, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani considerano il loro sistema ‘sfasciato’ e hanno veramente poca fiducia sul fatto che garantisca giustizia”.

Il 24 dicembre D’Alema smentisce seccamente: “Viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all’epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me”.

Alla magistratura militante la smentita però non è bastata. E così il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Cascini (quello che ha negato alla maggioranza “la legittimazione storica, politica, culturale e morale” per riformare la giustizia), fra un convegno e un talk show ha trovato il tempo di aprire un’inchiesta perché un imprenditore arrestato per bancarotta (Pio Piccini) si sarebbe fatto raccomandare da un manager amico di D’Alema (Vincenzo Morichini) per avere un contratto con Finmeccanica.

Il contratto con Finmeccanica è andato a monte, Piccini ha dichiarato di non aver mai incontrato D’Alema, ma la macchina del fango è già partita e i giornali delle procure – dal Fatto al Corriere – hanno cominciato a riempire pagine su pagine. Va da sé, naturalmente, che né D’Alema né la sua fondazione hanno ricevuto alcun tipo di comunicazione da parte dall’autorità giudiziaria. La quale però deve aver informato adeguatamente i giornalisti, visto che voci sempre più insistenti promettono “rivelezioni” sempre più imbarazzanti per l’ex presidente del Consiglio.

Lo sputtanamento mediatico – senza possibilità di difesa alcuna, perché non c’è nessun tipo di coinvolgimento né di D’Alema né della sua fondazione nell’inchiesta – è naturalmente congegnato in modo da produrre il maggior danno possibile: Piccini ha parlato ai magistrati dei suoi rapporti con Morichini (e dei rapporti di Morichini con D’Alema) lo scorso settembre, ma Cascini ha aspettato la settimana prima delle elezioni per chiamare i giornali.

Complimenti: giustizia è fatta.


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