jeudi, octobre 18, 2012

Lingue: la diversa sintassi ha origine biologica



Lingue: la diversa sintassi ha origine biologica



di Simone Regina   corriere.it    20121018

L’85%, italiano compreso, ha struttura 


soggetto-verbo-oggetto



«Cassano calcia il pallone». «Pirlo tira il rigore». Quante volte ci è capitato di ascoltare frasi del genere durante la cronaca di una partita di calcio? Diversi i giocatori coinvolti in campo e diverse le partite del campionato, ma l’ordine delle parole non cambia. Prima il soggetto, poi il verbo e infine il complemento oggetto. È questo, infatti, l’ordine delle parole tipico dell’italiano. Che, come l’inglese, il greco o l’indonesiano, nella costruzione delle frasi segue l’ordine denominato dagli esperti SVO, ossia soggetto-verbo-oggetto («il giocatore calcia il pallone»), a differenza di altre lingue, come il giapponese, il turco, il basco o il coreano, in cui l’oggetto è anteposto al verbo («il giocatore il pallone calcia»), denominate SOV.
EFFICACIA - Perché la struttura sintattica non è uguale in tutte le lingue del mondo? Ovvero, perché le circa 6 mila lingue parlate sul nostro pianeta non sono strutturalmente identiche? Ricercatori del Mit di Boston ritengono di poter spiegare queste differenze ricorrendo alla teoria dell’informazione elaborata da Claude Shannon negli anni Cinquanta. Sulla rivistaPsychological Science, Edward Gibson, docente di scienze cognitive al Massachusetts Institute of Technology, sostiene che il linguaggio umano sia un esempio di quello che Shannon chiamava un «canale rumoroso» e che le lingue, di conseguenza, avrebbero elaborato determinate regole, relative all’ordine delle parole, in modo da ridurre al minimo il rischio di errori nella comunicazione. Insomma, per non compromettere l’efficacia comunicativa. Secondo Shannon, infatti, l’efficacia di una comunicazione può essere compromessa da eventuali «rumori»: fattori del contesto che possono impedire al messaggio di arrivare correttamente il destinatario.
LO STUDIO – I ricercatori del dipartimento di scienze cognitive del Mit hanno chiesto a parlanti di madrelingua inglese (ordine SVO), giapponese e coreano (ordine SOV) di descrivere, a gesti, semplici azioni illustrate in alcuni video. Hanno riscontrato che, nel riprodurre il significato delle immagini attraverso i gesti, anche i parlanti inglese prima riproducono il complemento oggetto e poi illustrano l’azione, se questa è diretta verso un oggetto inanimato, come per esempio una bambina che calcia un pallone. In pratica, come era emerso già da studi precedenti, anche se in inglese il verbo in genere precede l’oggetto, i madrelingua inglesi utilizzano nella comunicazione non verbale l’ordine soggetto-oggetto-verbo (SOV) indipendentemente dalla grammatica della propria lingua.
GESTI E PAROLE - «La tendenza dei parlanti di esprimersi con i gesti secondo un ordine diverso da quello della propria grammatica può essere un esempio di una preferenza linguistica innata: ricapitolare le vecchie informazioni prima di introdurne di nuove. Insomma, il vecchio prima del nuovo», spiega Gibson. Se l’azione, però, è rivolta verso un altro essere umano (una bambina dà calci a un bambino), i parlanti in genere mimano prima il verbo e poi il complemento oggetto.
RUMORE - Perché in questo caso prevale l’ordine SVO? «L’ordine SVO ha una migliore possibilità di preservare le informazioni se il canale di comunicazione è rumoroso», ribadisce Gibson. In particolare, il passaggio all’ordine SVO è funzionale, secondo i ricercatori, alla descrizione di eventi semanticamente reversibili: in cui la presenza di due referenti animati rende più difficile individuare l’agente dell’azione, come nel caso della frase «Maria colpisce Giovanni». Se il verbo è inserito alla fine della frase, può esserci una potenziale ambiguità nell’individuare chi agisce e chi subisce l’azione. Soprattutto se, a causa del contesto comunicativo, non arriva al destinatario il messaggio completo: quindi, potrebbe non essere chiaro chi colpisce chi.
LA MAMMA DI TUTTE LE LINGUE – Circa l’85 per cento delle lingue parlate nel mondo possono essere suddivise in due gruppi: quelle, come l’italiano, in cui la struttura di base delle frasi segue l’ordine soggetto-verbo-oggetto (SVO), e quelle, come il giapponese, in cui l’oggetto è anteposto al verbo. «Di fatto, però non esistono lingue che seguono un ordine diverso a seconda della reversibilità», precisa Marina Nespor, docente alla Sissa di Trieste. «Ma tutte le lingue conosciute (o almeno la maggior parte), come illustra una ricerca pubblicata lo scorso anno su Pnas, discendono da un proto-linguaggio caratterizzato dall’ordine soggetto-oggetto-verbo (SOV). Poi, alcune sono approdate all’ordine soggetto-verbo-oggetto (SVO). Come è successo, per esempio, alle lingue romanze derivanti dal latino, italiano compreso».
DIFFERENZE - A cosa sono imputabili allora le differenze strutturali tra le lingue del mondo? Gibson fa notare che se una lingua possiede i casi morfologici (accusativo, nominativo ecc.), allora dispone di altri indizi (la morfologia dei casi appunto), indipendenti dalla posizione degli elementi nominali rispetto al verbo, per assegnare il ruolo di soggetto e di oggetto a un sostantivo. Nelle lingue, invece, che non prevedono i casi, questo compito viene affidato all’ordine delle parole: il soggetto dunque è tendenzialmente prima del verbo, all’inizio della frase, e l’oggetto dopo, come in italiano. «Le differenze possono avere un’origine biologica», sottolinea però la linguista. «Sistemi cognitivi diversi sono infatti responsabili del diverso modo di ordinare le parole nelle varie lingue del mondo. L’ordine SOV, in cui la funzione logica dei nomi è indicata dai casi morfologici, è quello prediletto dal sistema di base cognitivo della comunicazione per la sua efficacia. Sappiamo però che la morfologia dei casi è difficile da apprendere, ragione per cui un ordine fisso senza morfologia è preferito. Da cui il cambiamento unidirezionale dalla lingua ancestrale SOV alle numerosissime lingue SVO».
Simona Regina17 ottobre 2012 (modifica il 18 ottobre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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