jeudi, octobre 09, 2014

Cassazione (troppo) trasparente. Online le sentenze con tutti i nomi

Cassazione (troppo) trasparente
Online le sentenze con tutti i nomi

Pubblicati sul web i verdetti civili degli ultimi 5 anni con i dettagli di ogni storia. Il Garante della privacy: «Scelta apprezzabile, ma togliete i dati personali»





La signora Concetta ha litigato con la signora Assunta, che aveva piazzato una veranda sul terrazzo condominiale. In tribunale, però, le hanno dato torto. La signora Annalisa, invece, ha denunciato il signor Gianni perché il suo cane l’aveva morsa. Di mezzo c’è finita anche l’assicurazione ma alla fine ha vinto il cane (insieme all’assicurazione). Già che ci siamo potremmo dare un’occhiatina al nostro vicino di casa, vedere se alla fine ha divorziato oppure no. E vedere come è finita la storia dell’eredità di quel nostro collega, proprio quello che il mese scorso ha avuto un aumento. Ma alla fine l’ha presa, e quanti soldi erano?

La tentazione (eterna) di spiare la vita degli altri ha da qualche settimana un formidabile strumento in più. La Corte di cassazione ha pubblicato sul proprio sito internet tutte le sentenze civili degli ultimi cinque anni: 159.398 documenti in comodo formato pdf, con nomi, cognomi, date, luoghi, tutti i dettagli delle storie di varia umanità che si animano dietro ogni carta bollata. Una sterminata banca dati, informa il sito della Cassazione alla voce «Novità», dove «è possibile cercare liberamente, in modo intuitivo, le sentenze civili». E usare come parola chiave non soltanto concetti giuridici più o meno astratti, dal divorzio all’anatocismo, ma anche qualcosa di molto più concreto, i nomi delle persone. Una specie di Facebook dove al posto dei film preferiti e della squadra del cuore ci sono le pendenze giudiziarie e qualche piccolo segreto.

L’intento è nobile: «Rafforzare i valori della stabilità e della certezza del diritto non solo tra gli operatori del settore ma fra tutti i cittadini», come da annuncio di qualche mese fa del primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce. In sostanza un servizio che prima era a pagamento, il portale Italgiureweb pensato per avvocati ed esperti del ramo, diventa gratis e per tutti. Il trionfo della trasparenza.
Ma dal carattere pubblico delle sentenze, previsto dalla legge, alla pubblicazione online con ricerca per nome inclusa ce ne passa. E se da una parte si rafforza la certezza del diritto, dall’altra si spiana la strada verso il buco della serratura.
Per questo, lunedì scorso, il Garante per la privacy Antonello Soro ha scritto al presidente della Corte di cassazione. Una lettera per dire che l’iniziativa, pur «apprezzata nelle finalità», «non può non suscitare più di una preoccupazione in ordine al diritto alla protezione dei dati personali (spesso anche sensibili e giudiziari) degli interessati». Il Garante chiede di eliminare nomi, cognomi e ogni riferimento che riconduca all’identità delle persone coinvolte: «Potrebbe essere utile riflettere sull’opportunità di espungere dai provvedimenti i dati identificativi, cosa che, pur nulla togliendo alla comprensione del contenuto giuridico della pronuncia, consentirebbe di minimizzare l’impatto, in termini di riservatezza, della più ampia accessibilità del testo in rete». Al momento, nella banca dati messa online dalla Cassazione, sono cancellati solo pochissimi nomi: quelli dei minori, quelli delle vittime di reati sessuali, più quelli che hanno espressamente chiesto di non essere citati. Gli altri ci sono e l’Autorità per la privacy suggerisce di cancellarli tutti, al limite di indicare solo le iniziali.

Diplomaticamente, il Garante si «dichiara sin da ora disponibile a ogni utile confronto». Tradotto, vuol dire che sarebbe meglio muoversi in fretta. Una volta messo in rete, ogni documento diventa di fatto incontrollabile. Può finire nei motori di ricerca, e spuntare fuori ogni volta che si cercano informazioni su una persona. E può addirittura essere copiato, trasferito su un altro file o su un altro sito magari modificando qualche parola, nomi compresi. Non solo spiare la vita degli altri. Ma, volendo, anche cambiarla. 
9 ottobre 2014 | 07:12

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Aucun commentaire: