vendredi, octobre 07, 2011

Magistratocrazia

di Angelo Libranti thefrontpage.it 20101007


Non passa giorno che questo riverito Ordine istituzionale non faccia parlare di se per le più svariate ragioni, tutte intese a regolare la vita del cittadino fin nelle sue intime manifestazioni e sensazioni.
Siamo ormai uno Stato sotto tutela ed i parlamentari, che pur rappresentano il popolo italiano, da almeno una quarantina di anni, hanno rinunciato a far valere i loro diritti costituzionali, per viltà o paura di essere inquisiti, magari per un’infrazione qualsiasi.
Lo stesso presidente del Consiglio, massima autorità del potere legislativo, è sotto schiaffo da 18 anni per accuse tra le più varie, tra le quali spiccano quelle di essere mafioso e pedofilo.

La cosa si spiega perchè, purtroppo, una parte della magistratura, fin dai primi anni del dopoguerra, auspice il ministro della Giustizia Palmiro Togliatti, ha cominciato a far politica aderendo alle tesi socialiste.
Togliatti, politico raffinato e lungimirante, influì sulla stesura della Carta costituzionale facendo inserire articoli sull’indipendenza della magistratura, creando di fatto un potere parallelo a quello legislativo pensando al domani, in quanto sapeva che elettoralmente il Pci non sarebbe mai diventato partito di maggioranza.
Massimo Caprara, segretario particolare del capo del Partito comunista, dopo aver abiurato all’ideologia marxista, ebbe più volte a denunciare l’inquinamento della magistratura italiana, fin dal 1946, arrivando a testimoniare a favore di Giancarlo Lehner, in un processo a Trento nel 2005, l’esistenza di un registro riservato, custodito a Mosca, con l’elenco di tutti i magistrati italiani aderenti al Pci.

Nel 1964, ritenendo maturi i tempi, alcuni magistrati di sinistra uscirono allo scoperto fondando Magistratura Democratica, nel cui documento programmatico era scritto a chiare lettere, l’intenzione di “riformare” lo Stato, ispirandosi “ai valori della resistenza”.
Favorito da un momento storico, quando già si profilava la strategia della tensione, il gruppetto iniziale si allargò inserendo nuovi elementi, fidando nell’ignavia del partito di maggioranza che non seppe, o non volle, opporre idee garantiste e più consone alla nostra civiltà giuridica, e piano piano riformò, se non proprio l’Italia, la Magistratura, modificando le procedure delle indagini giudiziarie e dei processi penali e civili.
Da allora è stata una continua escalation nell’imporre la loro politica giudiziaria ed i primi effetti evidenti si notarono dopo il 1969, quando fior di terroristi la sfangarono per distrazione o collusione di certi magistrati, espatriando all’estero.

Con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, amico di Craxi e nemico giurato della sinistra tutta, la giustizia creativa si è manifestata in tutta la sua virulenza, arrivando a sconvolgere le regole e la Costituzione alla quale dicono, mentendo spudoratamente, di ispirarsi.
Non trovando ostacoli al loro procedere, hanno invaso tutti i campi del vivere civile e dei rapporti fra cittadini e fra il cittadino e lo Stato. Al dolo si unisce la superficialità ed ora siamo all’invasione completa della vita privata.
E’ di questi giorni, ma già si esercitavano da tempo, la novità di togliere i figli alla famiglia legittima, senza avviso e senza indagini, basta la relazione di un assistente sociale qualsiasi e scatta improvvisamente il decreto di affido ad altra famiglia, creando problemi psicologici notevoli in un minore di 10 anni.
Certa magistratura regola pure (e sopratutto) i rapporti di lavoro, intervenendo pesantemente nelle controverse aziendali, riassumendo o spostando il personale, ignorando i contratti e condividendo in toto le tesi dei sindacati.

Nella Rai-Tv riesce a mutare i palinsesti ed anche nelle attività sportive ignora i regolamenti di autonomia delle Federazioni, rifacendo risultati e classifiche.
Entrano pure nelle redazioni dei giornali e perquisiscono i giornalisti non graditi con un’impunità unica, adducendo pretesti che non valgono per altri giornalisti ed per altre testate.
Cosa dire poi di certe sentenze nel penale (il civile lo lascio perdere), quando si va dalla condanna certa all’assoluzione con formula piena, o viceversa, oppure quando si imbastisce un processo per il furto di un ovetto di cioccolata.

Novità degli ultimi anni è l’intercettazione a tappeto; l’origliare al telefono la vita altrui, per poi passare tutto a giornali amici per la pubblicazione.
Il risultato, devastante, è lo sputtanamento dell’intercettato, pur non dovendo rispondere di nessun reato.
Scontato il fatto che nessuno li controlla, il Csm tace in tutt’altre faccende affaccendato, il ministro della Giustizia non fa valere le sue prerogative, pur indicate nella Costituzione, il Parlamento è succube ed incapace di reagire, schiavo pure delle magagne di alcuni suoi esponenti di spicco.
Della loro arroganza e dei loro errori non paga nessuno, anzi paga lo Stato, cioè tutti noi.


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